Logo San Marino RTV

Serata sull'emigrazione sammarinese in Belgio: toccanti le testimonianze

15 mag 2014
Serata sull'emigrazione sammarinese in Belgio: toccanti le testimonianzeSerata sull'emigrazione sammarinese in Belgio: toccanti le testimonianze
Serata sull'emigrazione sammarinese in Belgio: toccanti le testimonianze - Bella, intensa, commovente: queste le definizioni date alla serata dedicata all'emigrazione sammarin...
Bella, intensa, commovente: queste le definizioni date alla serata dedicata all'emigrazione sammarinese in Belgio, ieri nella sala di Domagnano.
In fuga dalla miseria, ma spesso per vivere realtà altrettanto dure. Questa la vita delle circa 200 famiglie sammarinesi che nell'arco di un quarantennio, dagli anni '20 ai '60, lasciarono San Marino per seguire i flussi italiani ed approdare in Belgio, per lavorare nelle miniere di carbone. Otto ore al giorno, tutti i giorni, ad oltre 1000 metri di profondità, dove la luce non penetra mai, calati con un ascensore di corda, e dove la sicurezza sul lavoro era utopia, con gli incidenti che erano la regola. Quando riemergevano dal loro tunnel oscuro, i loro stessi familiari stentavano a riconoscerli. Tante e toccanti le testimonianze ascoltate a Domagnano, come quella di Pippo Maiani e di Marino Mancini, alla presenza dei segretari di Csdl e Cdls, Giuliano Tamagnini e Marco Tura, entrambi figli di emigrati, e di Patrizia Di Luca, responsabile del museo dell'emigrante che ha condotto una ricerca. Anche la strada per arrivare in Belgio era lunga e tortuosa: prima tappa Milano, dove gli emigrati affrontavano la visita medica e terminavano le pratiche per l'espatrio e l'assunzione. Dopo al centro belga per l'emigrazione, fino alla partenza del treno che li avrebbe portati a Bruxelles e Charleroi dove, su camion o corriere, avrebbero raggiunto le miniere. Alcuni tornavano dopo tre anni, altri dopo cinque: era estremamente difficile far durare più a lungo l'esperienza, anche perché gli infortuni minavano i fisici, spesso in modo irreversibile. E i sammarinesi non dovevano solo sopportare una difficile condizione lavorativa: rispetto agli italiani, è stato raccontato, subivano molte più discriminazioni, perché San Marino non aveva stretto accordi col Belgio così come aveva fatto l'Italia. Basti pensare che per ottenere una carta d'identità gli italiani pagavano 50 franchi e i sammarinesi ben 200 di più.

FB

Riproduzione riservata ©