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Usc: "...E' diventata proprio un'impresa!"

24 nov 2017
Usc
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L’USC è fortemente contrariata.
La possibile introduzione di ennesime tasse, come annunciato nella legge di previsione di bilancio 2018, viene considerata come un ulteriore “schiaffo” alla collettività che già fatica a rimanere a galla.
Il pensiero, in primis, va alle piccole e medie imprese sopravvissute che ancora a fatica riescono a resistere e che in larga parte sostengono il Nostro Sistema Economico.

Nel momento in cui viene percepito un atteggiamento autoritario piuttosto che autorevole si fatica enormemente a dare credibilità a chi , democraticamente, ha avuto il “permesso” ed ha il dovere di legiferare.

Prendiamo atto del fatto che ad oggi vengono prese in considerazione solo ed esclusivamente proposte, progetti e nuove attività forensi escludendo le potenzialità esistenti al nostro interno.
A questo punto si pretendono delle azioni concrete e coraggiose, sempre da parte di chi ha il “dovere” di legiferare per scongiurare questo persistente declino culturale. Declino, sia dalla parte imprenditoriale che nel tessuto sociale. Tutto ciò che appariva scontato come servizi, sanità e benessere generale, era frutto solo della falsa ricchezza, creata negli anni del malaffare e ci chiediamo se persista tutt’ora. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà. Ci siamo crogiolati nell’idea che questa cosa potesse continuare senza pensare al futuro e ad un cambio culturale: lavorare per produrre benessere.
Mentre la macchina pubblica resta uno dei capitoli di spesa corrente più elevati, si è sempre evitato di accogliere le proposte fatte, dove si chiedeva una maggiore attenzione sulla spesa pubblica e sugli sprechi tutt’ora presenti ottimizzando le risorse esistenti. Occorre rivedere quell’atteggiamento autoritario nei confronti della collettività evitando di colpire iniquamente dov’è più facile farlo.

Da parte di USC, rimane difficile continuare a proporre quando tutto viene scartato a priori.
Le famiglie, le imprese commerciali, artigianali, liberi professionisti e chiunque viva realmente questo Paese sulla propria pelle, subirà ogni ulteriore provvedimento, con il fine di rimpinguare solo le casse. L’aspetto peggiore è che il rimpinguare, è fatto passare come un necessario “boccone amaro” da far ingoiare alla collettività, dimenticando di colpire i veri responsabili della situazione in cui versa il Paese.


Altra cosa interessante, quanto assurda è la definizione di “leggera” quando si vuole dare un aggettivo a MinimunTax e patrimoniale. Aspettiamoci un ulteriore deperimento dei consumi e chissà se basteranno le idee creative sulla Smac tanto ventilate in passato, prima, dopo, forse e durante qualsiasi legislatura. Siamo delusi perché, quanto criticato in passato, si sta riproponendo in un momento ancor più drammatico per ogni categoria che fatica a reggere l’onda d’urto e che ritiene questa la spallata finale.

I cocci di un vaso li puoi incollare mentre per ricostruire il vaso serve una grande consapevolezza di tutte le parti sociali e ognuno deve fare la sua parte a iniziare dalla politica.

Ora chiediamo risposte certe e non interventi spot, che rappresentano soluzioni tampone e che nulla producono in termini di sviluppo e crescita. Siamo favorevoli ad una tassazione EQUA e all’accoglimento di NUOVE realtà esterne, ma si PRETENDE, altresì, l’esclusione totale di ogni forma di sperequazione e disparità di trattamento in ogni sua forma.

L’unica consapevolezza è che fare impresa in questo Paese… è diventata proprio “UN’IMPRESA”.

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