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ANIS: “Si continua a colpire il patrimonio delle imprese, è sbagliato. Si agisca invece sulla spesa corrente per trovare le risorse che servono”

27 apr 2018
ANIS: “Si continua a colpire il patrimonio delle imprese, è sbagliato. Si agisca invece sulla spesa corrente per trovare le risorse che servono”
Dopo aver annunciato modifiche alla bozza di Decreto Delegato che regolamenterà l’imposta straordinaria sui patrimoni, il Segretario alle Finanze ha incontrato oggi la delegazione ANIS per presentare la nuova versione. Si è trattato purtroppo solo di una presentazione perché, come già detto nei giorni scorsi, i tempi sono troppo stretti per un confronto efficace. L’impostazione del Governo è infatti stata resa nota solo dieci giorni fa, nonostante i quattro mesi a disposizione e la scadenza del 30 aprile fissata in finanziaria. Questo, ancora una volta, conferma il metodo di lavoro con cui le parti sociali sono costrette a confrontarsi.
Nonostante ciò, la nostra Associazione non si è limitata a criticare l’intervento del Governo, perché è consapevole dell’urgenza di trovare risorse per il Bilancio dello Stato, anche se non è ancora chiaro di quante e per quanti anni a venire.
Anche per questo abbiamo voluto ribadire un principio fondamentale, da cui non possiamo retrocedere: è l’economia reale, fatta di imprese che generano occupazione e ricchezza, che ha permesso a San Marino di reggere l’impatto della crisi e che ci permetterà di recuperare in futuro quanto abbiamo perso. Per questo, seppur ridotto dallo 0,6% allo 0,4%, l’intervento volto a tassare il patrimonio netto delle aziende era e resta sbagliato, perché colpisce le imprese virtuose, mettendo a rischio investimenti e sviluppo. Due cose di cui il nostro Paese ha invece bisogno.
Per lo stesso principio, abbiamo rilevato l’incongruenza di un’imposta straordinaria sugli immobili detenuti all’estero da parte dei residenti, in particolare per quegli imprenditori e manager che invece cerchiamo di attirare in territorio. Su questo fronte il passo indietro del Governo è stato più deciso e di questo ne prendiamo positivamente atto.
Dall’altra parte, le modifiche effettuate mettono in luce ancora di più l’altro aspetto da noi sollevato: ci sarà un minore gettito dalla patrimoniale e quindi occorreranno comunque risorse aggiuntive, che vanno a nostro avviso recuperate dalla riduzione della spesa corrente. Il risparmio previsto del 2,5% per il 2018 appare infatti sempre più insufficiente e auspichiamo vengano accolte quanto prima le nostre proposte per aumentarlo. Pur ritenendo opportuno un risparmio anche sul monte salari dei dipendenti pubblici, non ci si può limitare a questo, né credere che il problema sia solo riferibile alle persone che lavorano nella Pubblica Amministrazione. Senza entrare nel merito va attuata una profonda ristrutturazione della spesa corrente, una decisa lotta agli sprechi e l’esternalizzazione dei servizi non strategici. Il sistema IVA, capace di riequilibrare i conti agendo in maniera equa sui consumi, va introdotto dal 1° gennaio 2019. E sempre in nome dell’equità, va introdotto subito l’ISEE per l’erogazione di tutti i servizi e i contributi che lo Stato offre oggi gratuitamente e in maniera indiscriminata. Non ce lo possiamo più permettere. Ed è giusto che chi ne ha le capacità reddituali, paghi almeno una quota di questi servizi, a iniziare da sanità e scuola, proprio per renderli sostenibili ed evitare che vengano sacrificati.


Comunicato stampa
ANIS

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