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CSU - Legge sviluppo: sei mesi di totale fallimento

30 apr 2018
CSU - Legge sviluppo: sei mesi di totale fallimento
I dati pubblicati dall’Ufficio di Statistica certificano il fallimento della cosiddetta legge sviluppo. Nello scorso mese di marzo, rispetto ad un anno prima, nel settore privato gli occupati sono aumentati di 485 unità, ma di questi solo poco più di 120 sono sammarinesi o residenti.

A marzo 2017 rispetto a marzo 2016 si era invece verificato un trend opposto: l’aumento era stato di 303 unità, delle quali 230 erano iscritti alle liste di avviamento al lavoro. Si conferma altresì che gli inquadramenti sono molto bassi, a dimostrazione che si tratta di figure non specializzate o sfruttate.

Con riferimento agli stessi periodi, la disoccupazione è scesa di poche decine di unità quest’anno, contro i quasi 200 disoccupati in meno di un anno fa (rispetto al 2016). Il dato ancora più eclatante è quello relativo all’occupazione femminile: a fronte di un incremento a distanza di un anno di circa 220 unità, le donne in cerca di lavoro, che rappresentano oltre i due terzi dei disoccupati, sono scese solo di circa 50 unità.

Tutto ciò nonostante un calo consistente dei licenziamenti collettivi. Come al solito, in positiva controtendenza, spicca il settore manifatturiero: dei 300 occupati in più la metà è costituita da lavoratori residenti ed ha assorbito il 50% dell’incremento occupazionale delle donne (100 in più). Rispetto a quest’ultimo dato, purtroppo dal bollettino di statistica non si evince quante di queste sono sammarinesi.

Ciò che si può comunque affermare è che, di conseguenza, negli altri principali settori aumentano in maniera significativa i lavoratori frontalieri, mentre i sammarinesi sono addirittura in calo. Alla favoletta che il numero dei lavoratori provenienti da fuori territorio è aumentato perché sono stati messi in regola coloro che prima erano in nero ci crede solo chi la racconta, visto che la tendenza non si sta invertendo, per cui se il Governo non si affretterà a cancellare la liberalizzazione delle assunzioni, la protesta non potrà che aumentare, perché tale situazione è insopportabile. Inoltre, a dispetto di quanto affermato dal Segretario di Stato Zafferani, anche il numero delle imprese è in calo. Quanto pensa di attendere ancora prima di prendere atto che la legge sviluppo è sbagliata?

Non bastano gli annunci di nuovi investimenti, seppure vadano presi con grande soddisfazione, perché sicuramente potrebbero essere molti di più, da parte di imprese esistenti e di nuove, se il Governo prendesse atto che sta inanellando un errore dietro l’altro.
Infatti, con i provvedimenti assunti e quelli che ha in cantiere, ha creato un clima di pesante incertezza nell’opinione pubblica e chi ci osserva da fuori si guarderà bene dall’investire nel nostro Paese finché non sarà chiara la strada che verrà intrapresa e, soprattutto, se questa sarà condivisa da tutte le componenti politiche, sociali ed economiche, affinché non ci siano cambiamenti di rotta a seconda della direzione da cui spira il vento.

Non possiamo restare inermi di fronte al quadro descritto e di questo ne sono consapevoli i lavoratori ed i pensionati che stanno partecipando in massa alle assemblee intercategoriali indette dalla CSU. Il periodo di prova del Governo è davvero finito.


Comunicato stampa
FLI/CSU
FULCAS/CSU

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