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RETE-MDSI su ISS: no a logica dell’emergenza, sì a interventi lungimiranti

12 giu 2018
RETE-MDSI su ISS:  no a logica dell’emergenza, sì a interventi lungimiranti
In un paese piccolo come il nostro rendere la Sanità pubblica un fiore all’occhiello è possibile.
Lo è già stata, potrebbe tornare ad esserlo. A patto che smetta di essere preda degli appetiti – economici e di potere – di alcuni e torni ad essere un servizio.
Quello che in molti oggi definiscono “shock, caos o emergenza sanità” non è altro che il frutto di quanto seminato in questi anni: non potevamo aspettarci nulla di diverso da un Istituto Sicurezza Sociale diventato teatro di spartizioni tra i partiti. Il problema è che dietro il paravento dell’emergenza, spesso si nascondono volontà che non rispondono al bene del paese. Agire sull’ISS soffiando sul fuoco dello “shock” non risponde a logiche di lungimiranza ed equilibrio, ma rischia di trasformarsi in qualcos’altro.

Non è un caso quindi se oggi ci troviamo a dover risolvere tutta una serie di problematiche legate all’organizzazione o, meglio, disorganizzazione interna con personale in forza da anni rimasto appeso al filo della precarietà (e quindi della discrezionalità da cui dipende il rinnovo o meno del suo contratto); medici che invece di essere fidelizzati attraverso meccanismi premianti il merito e la formazione, preferiscono andarsene; i conflitti di interesse e l’improvvisazione su più fronti.
Un ospedale che soffre degli stessi mali della P.A.: chi lavora con serietà e dedizione cerca di coprire anche le mancanze dei colleghi, e spesso li vede far carriera al posto suo; iperburocratizzazione che non risponde a esigenze di snellezza e praticità di una piccola Repubblica ma che rimane fine a se stessa, visto che non si accompagna ad adeguati controlli. E poi gli sprechi, una montagna!
Anno dopo anno, governo dopo governo, la politica ha sostituito gli obiettivi di budget agli obiettivi di salute pubblica e appropriatezza delle cure.
Problematiche che hanno tutte la medesima conseguenza: la perdita della qualità e la disumanizzazione dei servizi.
Naturalmente a beneficiarne sono i privati, che vedono un ampio margine di manovra in un settore che è sempre più lacunoso dal fronte pubblico. Non vogliamo essere fraintesi: l’iniziativa privata anche nel settore sanitario è ben accetta ed è un bene che tanti scelgano San Marino per operare. Ma non è accettabile che la parte pubblica ripieghi sul privato perché non è in grado di rispondere alle esigenze basilari della popolazione; non è accettabile che alcune aziende private abbiano tra soci e beneficiari (occulti o no) personale pagato dallo Stato che influenza i processi e dirotta le risorse economiche pubbliche verso la propria attività privata; non è accettabile che chi non può permettersi cure esterne all’ISS sia costretto a subirne le inefficienze e la carenza di controlli.

Come si risponde a tutto questo? Ripristinando canali di collaborazione, efficienza, equità e partecipazione che abbiano come obiettivo il benessere della popolazione in primo luogo. Togliere la sanità dalle grinfie dei partiti e indirizzare adeguatamente le risorse economiche a disposizione potrebbe essere un buon inizio. C’è tanto su cui lavorare ma occorre partire dalla risoluzione dei difetti del sistema, agendo con la mannaia negli ambiti in cui si annidano corruzione e clientelismo, per creare un ambiente in grado di accogliere professionalità, tecnologie, formazione. Un ambiente in grado di conciliare i vantaggi di una piccola comunità come quella sammarinese, con le potenzialità di uno Stato che può contare su accordi internazionali e su strutture di eccellenza nel circondario.
Per fare tutto ciò occorre rifiutare l’insidiosa logica dell’emergenza e rispondere in maniera strutturata, per evitare di sovrapporre nuovi problemi a quelli già esistenti.


cs
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme

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