11 gennaio 1999: muore Fabrizio De André

11 gennaio 1999: muore Fabrizio De André.
Maestro riconosciuto di generazioni di cantautori italiani, "Faber" viene ricordato come il poeta degli emarginati, della libertà e dell'ironia dissacrante.

Genovese doc, del quartiere Pegli per la precisione, Fabrizio Cristiano De André scoprì il sacro fuoco della musica ascoltando Georges Brassens, uno dei più grandi cantautori di sempre, da cui fu influenzato anche nell'avvicinamento agli ideali anarchici.

Esponente di spicco della gloriosa Scuola genovese, che include artisti del calibro di Luigi Tenco e Gino Paoli (con cui condivise gli anni della gavetta), s'impose sulla scena musicale a partire dal 1964, grazie al brano La canzone di Marinella, primo sublime esempio del suo stile poetico fatto di metafore ed immagini pittoriche.

Altri capolavori di profondo realismo e ricercatezza lessicale, come "Il pescatore", La guerra di Piero e "Creuza de mä", scandirono i suoi circa 40 anni di carriera artistica, vissuta all'insegna dell'anticonformismo e dei temi del pacifismo e della nonviolenza. Vittima insieme alla moglie Dori Ghezzi di un rapimento, conclusosi positivamente, si spense a Milano nel gennaio del 1999, per l'aggravarsi del carcinoma polmonare, diagnosticatogli cinque mesi prima.

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