15 aprile 1967: addio a Totò

15 aprile 1967: addio a Totò.
Quella lasciata da Totò, il principe della risata, è un'eredità troppo preziosa per poterla riassumere in poche righe. Dall'arte, al costume, passando per il linguaggio, quando si fa riferimento a Totò non si può che parlare di una vera e propria rivoluzione.

Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, questo il nome completo di Antonio De Curtis, in arte Totò, nasce nel rione Sanità, nel cuore di Napoli, dalla relazione clandestina tra Anna Clemente e il marchese Giuseppe De Curtis. Sin da bambino, era chiara a tutti la sua vocazione istrionica, soprattutto quando s'ispirava ai tipi umani osservati nel mondo reale. Il successo arriva con l'avanspettacolo e la Rivista degli anni Trenta che apre la strada al cinema. Prima però il suo avvicinamento al Varieté dove sfoggia il suo innato talento

In trent'anni interpreta circa 97 film. Una storia inaugurata dall'esordio di "Fermo con le mani!" (1937), passata attraverso capolavori di comicità, quali Totò, Peppino e la... malafemmina (1956) e "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi" (1960), e conclusa dal filone drammatico, cui appartiene il pasoliniano Uccellacci e uccellini (1966). Muore a Roma, il 15 aprile 1967, stroncato da una serie improvvisa di tre infarti. Una folla oceanica ne accoglie il feretro a Napoli in occasione dei funerali.

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