2 maggio 1982: il Sud Africa mette al bando “Another Brick In The Wall - Part 2”, istiga alla violenza

2 maggio 1982: il Sud Africa mette al bando “Another Brick In The Wall - Part 2”, istiga alla violenza.
Non era il scopo precipuo ma “Another Brick In The Wall - Part 2” dei Pink Floyd – contenuta nell’album “The Wall” del 1979 - che stava spopolando nel mondo, divenne l'inno degli studenti di colore del Sud Africa contro l'ineguaglianza del sistema educativo nel regime di apartheid.

Apartheid sì, ma anche movimenti per la libertà della popolazione di colore stavano emergendo per far sentire sempre di più la propria voce. In questo contesto avvenne la protesta degli studenti di Elsie’s River. Il video della canzone raffigura infatti il momento della ribellione sull’assolo di Gilmour con gli studenti che in marcia e con dei martelli distruggono la scuola.

Il governo, dopo i disordini, decise di vietare quel simbolo di ribellione scritto da Roger Waters il 2 maggio 1980. La protesta nel sobborgo nero di Cape Town portò la morte di 15enni colpiti da proiettili della Polizia.

Una inquietudine giovanile di Roger Waters che, dopo decenni, rimane attuale, anzi attualissima. Il muro trumpiano docet. Il muro d'incomunicabilità che separa Pink dai suoi simili è la barriera invisibile ma efficacissima che divide popoli e religioni.

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