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25 aprile, Napolitano all'altare della Patria

25 apr 2013
25 aprile, Napolitano all'altare della Patria25 aprile, Napolitano all'altare della Patria
25 aprile, Napolitano all'altare della Patria - Chiede “coraggio, fermezza e senso dell'unità”. Nei luoghi simbolo della resistenza, dove il movimen...
Chiede “coraggio, fermezza e senso dell'unità”. Nei luoghi simbolo della resistenza, dove il movimento di liberazione è iniziato, luoghi nei quali imparare ad affrontare i momenti difficili. Lo dice Giorgio Napolitano, al museo della Liberazione – via Tasso, Roma. Coraggio e fermezza valori che furono decisivi per vincere la battaglia della Liberazione, gli stessi necessari oggi per affrontare il momento politico, che definisce cruciale. 25 aprile, liberazione dal nazifascismo, festa della Resistenza, il cerimoniale si ripete nella deposizione della corona d'alloro all'Altare della Patria insieme alle istituzioni, presidenti di camera e senato, Boldrini e Grasso e al premier Mario Monti, sindaco presidente della regione.
Nel riferimento all'oggi anche lo scontro politico, con Grillo che attacca “'Con l'inciucio e la nomina di Letta il 25 Aprile è morto” e l'indignazione dei partigiani che replicano: 'Mezzo morto è lui'.
L'Italia ricorda, nelle piazze, davanti ai monumenti ai caduti per una data simbolica: 25 aprile 1945, fine della dittatura fascista con l'ingresso degli alleati a Milano e a Torino, città prese a simbolo della libertà restituita.

Annamaria Sirotti

25 aprile - Festa della Liberazione
L'Anniversario della liberazione d'Italia (anche chiamato Festa della Liberazione, anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile) viene festeggiato in Italia il 25 aprile di ogni anno e rappresenta un giorno fondamentale per la storia d'Italia: la fine dell'occupazione nazista ed il termine del ventennio fascista, avvenuta il 25 aprile 1945, al termine della seconda guerra mondiale.
Convenzionalmente fu scelta questa data, perché il 25 aprile 1945 fu il giorno della liberazione di Milano e Torino. In particolare il 25 aprile 1945 l'esecutivo del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia, presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri anche Rodolfo Morandi – che venne designato presidente del CLNAI –, Giustino Arpesani e Achille Marazza), alle 8 del mattino via radio proclamò ufficialmente l'insurrezione, la presa di tutti i poteri da parte del CLNAI e la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti[2] (tra cui ovviamente Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo).
Entro il 1º maggio, poi, tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 26 aprile), Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mette così fine a venti anni di dittatura fascista ed a cinque anni di guerra; simbolicamente rappresenta l'inizio di un percorso storico che porterà al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, quindi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

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