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50 anni dalla morte di Totò, orgoglio d'Italia e di Napoli

15 apr 2017
Totò
Totò
“Signori si nasce” e a volte si muore. A cinquant'anni dalla sua morte, avvenuta il 15 aprile 1967, Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro - genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, più romanticamente Totò, non ha mai smesso di farci sentire la sua presenza. Non lo ha fatto la sua maschera da Charlot partenopeo, emblema sorridente e triste del sottoproletariato urbano in un'Italia schiacciata ma viva, e non lo ha fatto l'uomo, nostalgico e fragile, che con la maschera aveva poco o niente a che fare.

Di Totò, "della grande maschera della commedia dell'arte italiana, premiata con il Nastro d'Argento in 'Guardie e Ladri' di Steno e Monicelli e in 'Uccellacci e Uccellini' di Pasolini (e da ultimo insignito della Laurea Honoris Causa alla memoria da parte dell'Università Federico II di Napoli), resta una geniale eredità culturale di cui il nostro Paese può essere orgoglioso". Lo ha affermato, in una dichiarazione il presidente della Repubblica Mattarella.

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