62 morti e migliaia di ettari di boschi andati in fumo: il bilancio degli incendi che hanno colpito la Russia centrale

Finalmente la pioggia ha bagnato Mosca, lavato la città e dimezzato l’area dei fuochi che da metà luglio ha già incendiato un’area boschiva di circa 4.000 ettari. Colpita soprattutto la zona contaminata dall'esplosione della centrale nucleare ucraina di Cernobyl, nel 1986. Nella notte un temporale estivo ha ripulito l’aria della capitale, facendo tornare quasi alla normalità la concentrazione di ossido di carbonio. I termometri sono scesi al di sotto dei 30 gradi, dopo giorni di caldo inusuale e altissimo con punte vicino ai 40. L’aria però, dicono le autorità resta fortemente inquinata e il bilancio dei decessi collegati agli incendi e alle ondate di calore è salito a 62. 700 invece persone sono ricorse o al ricovero o a cure d’urgenza nelle strutture sanitarie. Sospesi i test dei missili a corto raggio che Mosca minaccia di installare contro lo scudo antimissili Usa. Domenica le fiamme avevano seriamente danneggiato i laboratori a100 km circa dalla capitale. Altissime le perdite per l’economia del paese che potrebbero arrivare all'1% del Pil, circa 15 miliardi di dollari, mentre si teme una ondata di epidemie, in particolare di colera, per la prolungata ondata di caldo che non accenna a diminuire. Si tratta della peggior canicola in 1.000 anni.

Myriam Simoncini

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