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7 dicembre 1941: i Giapponesi attaccano Pearl Harbor, gli USA entrano in guerra

6 dic 2016
La base navale di Pearl Harbor
La base navale di Pearl Harbor
Alle 7.48 del 7 dicembre 1941, settant’anni fa, la base navale di Pearl Harbor, sede della Flotta del Pacifico della marina militare statunitense a Oahu, una delle otto isole principali delle Hawaii, venne colpita dai primi proiettili delle decine di aerei da guerra giapponesi che stavano eseguendo l'”operazione AI”, l’attacco a sorpresa che portò all’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Anche se nell’immediato l’attacco fu un successo quasi completo, questo non assestò all’apparato militare statunitense nel Pacifico il colpo mortale che aveva previsto il comando giapponese.

I soldati statunitensi furono colti completamente di sorpresa. Tutte le otto maggiori navi da guerra presenti a Pearl Harbor al momento dell’attacco vennero danneggiate, e quattro vennero affondate nelle acque basse della laguna. Complessivamente, l’attacco durò solamente un’ora e mezzo ed ebbe effetti devastanti: morirono 2.331 soldati e 55 civili americani, quasi 1.200 nell’esplosione del magazzino degli armamenti della nave Arizona. I feriti furono 1.139. Le navi danneggiate o distrutte furono nel complesso diciotto. 188 aerei statunitensi vennero distrutti al suolo, oltre 150 furono danneggiati. In confronto, le perdite giapponesi furono leggerissime: 55 uomini, di cui un marinaio di un minisottomarino catturato dagli statunitensi l’8 dicembre, 29 aerei e i cinque minisottomarini.

L’8 dicembre 1941 il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt pronunciò un celebre discorso davanti alle camere riunite del parlamento americano, dicendo che il 7 dicembre 1941 sarebbe stato “un giorno che vivrà nell’infamia”. Meno di un’ora dopo il Congresso approvò la richiesta del presidente di una dichiarazione di guerra al Giappone. Durante la guerra, l’attacco a Pearl Harbor venne usato molto spesso dalla propaganda.

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