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8 dicembre 1980, l'assassinio di John Lennon

8 dic 2017
John Lennon
John Lennon
Alle 23,07 di lunedì 8 dicembre 1980, cinque colpi di pistola alla schiena interrompono la vita di John Lennon, sotto gli occhi della moglie Yoko Ono. L'attentatore Mark David Chapman viene disarmato e bloccato dal portiere del Dakota Building di New York, dove risiedeva la coppia, mentre una pattuglia della polizia accorsa sul posto preleva il corpo del ferito e lo trasporta all'ospedale. Dopo pochi minuti i medici lo dichiarano morto. Scompare un musicista, un pensatore, uno strenuo difensore della pace, dei diritti umani e del dialogo tra diverse culture, una bandiera per per i movimenti giovanili. Non a caso, appena si diffonde la notizia della morte, in migliaia si radunano nelle piazza intonando le note – queste sì immortali - di “Imagine” e “Give peace a chance”.

Mark David Chapman era una guardia giurata di Honolulu e che ha viaggiato fino a New York col proposito di uccidere l’ex Beatles. Le motivazioni che rivelerà agli investigatori diranno tutto del suo squilibrio psichico: la sua indignazione era nata in seguito alla frase di Lennon «i Beatles sono più popolari di Gesù», da lui considerata una bestemmia, e per la contraddizione tra il rifiuto del possesso cantato in Imagine e la ricchezza personale dell'artista. Si scoprirà anche che Chapman aveva incontrato in mattinata Lennon per chiedergli un autografo, scena immortalata dal fotografo Paul Goresh. In quella stessa mattinata Lennon era stato ritratto da Annie Leibovitz, nella famosa immagine che lo vede in posizione "fetale", disteso accanto a Yoko Ono, e aveva registrato il brano “Walking on Thin Ice”, l'ultimo prima di morire e che verrà pubblicato a gennaio dell'anno dopo.

Cinque anni dopo la morte, in prossimità dell'ingresso di Central Park, verrà inaugurato lo Strawberry Fields Memoria, un giardino intitolato a John Lennon, che mostra al centro un mosaico con la scritta «Imagine»; l'opera, donata dal Comune di Napoli, era stata realizzata da artigiani partenopei, sul modello di un antico mosaico pompeiano custodito al Museo Archeologico di Napoli.

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