55 anni fa la tragedia del Vajont, 1.910 vittime

È mercoledì sera. Passate le 22 del 9 ottobre 1963, a Longarone, piccolo centro della valle del Vajont nel bellunese, succede qualcosa: un pezzo del Monte Toc sta franando, ma nessuna comunicazione arriva a valle. Le lancette segnano un quarto alle 23 e un sordo boato scuote la tranquillità delle popolazioni locali. In pochi attimi una fiumana di fango e detriti si abbatte sui centri abitati di Longarone, Erto e Casso cancellandoli e trascinando corpi e cose per decine di metri.

Circa duemila le vittime di quella che nei giorni successivi si profilerà come una tragedia annunciata, fatta di dati occultati, perizie abbandonate nei cassetti, voci e denunce di giornalisti e cittadini colpevolmente ignorate. Che quel terreno fosse franoso i contadini della valle lo sapevano da sempre. Il processo si concluse con la condanna a 21 anni di galera per tutti gli imputati (uno si suiciderà prima del verdetto). Alla tragedia saranno dedicati due film nel 1997 e nel 2001.

Ad inizio anno, la Scuola Secondaria Superiore di San Marino ha ospitato una mostra fotografica in occasione del cinquantesimo anniversario della tragedia, dal titolo "La storia del Vajont. La conoscenza della frana". Le foto sono di Edoardo Semenza, il geologo che riconobbe l'esistenza di un'antica massa di frana sul versante sinistro della Valle, poco a monte della diga allora in costruzione.

In occasione dell'anniversario San Marino RTV trasmetterà giovedì 11 ottobre "Il racconto del Vajont", il monologo teatrale di Marco Paolini , un'«orazione civile» inerente agli eventi che portarono al disastro.

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