Accettazione della disabilità: una questione aperta

Costretti a crescere osservando il mondo attraverso le fessure di una persiana. A pochi metri dai parchi giochi, ma senza mai respirare aria pulita e toccare l'erba fresca. Fino a qualche decennio fa, i diversamente abili erano destinati a una vita senza socialità, per la vergogna delle loro famiglie. Poi la sensibilità dell'uomo è aumentata. I disabili ora vivono liberi la loro esistenza, ma non è tutto così semplice. L'ultimo, in ordine di tempo, il caso della ragazzina autistica di una scuola media di Legnano che aveva dovuto rinunciare alla gita perché nessun compagno voleva dormire in stanza con lei. Gli studenti – amara ironia - dovevano visitare il campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, proprio in uno dei luoghi simbolo dell'odio nazista verso il 'diverso', che fosse disabile, omosessuale, rom, dissidente non importava. La mamma della bambina ha protestato. Risultato: il viaggio, che doveva partire lunedì, era stato sospeso. Fonti del ministero dell'Istruzione hanno spiegato che non ci sarebbe stata discriminazione, ma solo timore dei compagni di classe di incontrare problemi in camera con lei. Allora agli alunni è stata data una seconda chance: l'ispettore scolastico incaricato di indagare ha chiesto chi volesse accogliere la ragazzina in stanza. La risposta è stata una fila di mani alzate. La scolaresca ri-partirà a maggio, stavolta senza assenti, perché lo zaino lo preparerà anche lei. Destinazione Austria.

Mauro Torresi

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