Addio a Marchionne. Paolo Mieli: “Con Fca lascia una eredità ricca: il team attuale in grado di proseguirne l'opera”

Se ne va un gigante dell'industria. Da settimane Sergio Marchionne era ricoverato a Zurigo: le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni, tanto che Fca ha dovuto convocare d'urgenza i cda del gruppo sabato scorso e nominare un nuovo amministratore delegato: Mike Manley. Quindi la morte, sopraggiunta per le conseguenze di un doppio arresto cardiaco.

La notizia ha fatto subito il giro del mondo. Dal 2004 alla guida del Lingotto, è stato il manager globale che ha salvato la Fiat e l'ha portata nel futuro, cambiando il modo stesso di fare impresa in Italia. Molto stimato a San Marino, nel 2014 a Rimini partecipò come ospite ad una conferenza al Meeting di Cl. L'ultima uscita pubblica due giorni prima del ricovero, a Roma, alla consegna di una Jeep all'Arma dei carabinieri. Era già affaticato. Ma per lui, figlio di carabiniere, quell'appuntamento era irrinunciabile. È stato il suo ultimo saluto, per molti aspetti simbolico – si è detto. La chiusura del cerchio di un'esperienza umana e professionale. Il dolore di John Elkann: “Gli saremo sempre grati. Il modo migliore per rendergli onore – ha dichiarato - è coltivare i suoi valori'. “Con Fca – commenta il giornalista e storico Paolo Mieli - lascia una eredità ricca”.

Una figura anche controversa. Molto amato, in parte odiato: “Una diretta conseguenza della globablizzazione”, per Mieli. Marchionne lascia in tutti i casi una traccia profonda, avendo scritto la storia.

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy