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Adozioni internazionali: le nuovo regole in Italia colmano le lacune sammarinesi

8 ago 2007
Mamme e bimbi
Mamme e bimbi
Il nuovo regolamento italiano prevede che a presiedere la Commissione per le adozioni internazionali sia il ministro con la delega alle politiche familiari e attribuisce più potere di vigilanza e intervento alla Commissione nei confronti dei 66 enti autorizzati per le adozioni all’estero.
Una richiesta analoga è contenuta nell’istanza d’arengo che il Consiglio Grande e Generale sarà chiamato a discutere in settembre. Nelle adozioni internazionali, sottolinea l’Istanza, il punto di riferimento deve essere lo Stato. Si chiedono risposte ai problemi legislativi, burocratici e diplomatici che chi attiva l’iter per le pratiche di adozione deve affrontare. Si chiede di nominare un referente, presso la Segreteria di Stato per gli affari esteri, che possa diventare un punto di appoggio e di supporto istituzionale e si propone di costituire una commissione o un gruppo di coordinamento che sia in grado di verificare l’attualità del quadro normativo vigente, di fornire un sostegno istituzionale all’attività delle associazioni di volontariato sammarinesi e di svolgere attività di informazione e di sostegno per le coppie che si trovano ad affrontare questo delicato momento della loro vita.
Il problema non è certo marginale: sono molte le persone che attendono una risposta alla loro domanda di adozione ma sono anche molte quelle che vorrebbero adottare un bambino e che rinunciano davanti alla montagna di difficoltà da affrontare.
Il trend delle adozioni è in costante crescita. Nel 2006 in Italia sono state oltre 3.000. Una ventina le richieste di famiglie sammarinesi. 12 i decreti di idoneità perché sul Titano è previsto un anno di pre-adozione.
Crescono le domande ma si allungano anche i tempi di attesa. Di qui l’istanza d’arengo che chiede un coinvolgimento dello Stato per aprire la strada alle associazioni.

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