Afghanistam, Shindand: una terra senza pace

Come il viso duro e rugoso degli anziani. La terra, a Shindand, è così. Spoglia, bruciata dall'ondata di gelo siberiano di questi giorni. -10°C di temperatura e cielo terso rendono ancor più selvaggia la bellezza di queste pianure dove i bambini giocano ore e ore e ti seguono ovunque, rapiti dall'obiettivo della telecamera.
Terrificante l'idea che alcuni di loro moriranno o rimarranno mutilati a causa degli ordigni disseminati ovunque. Gli ultimi sono stati rinvenuti proprio in queste ore. Bombe da mortaio pronte ad essere assemblate in un potente IED. Gli alpini della FOB "La Marmora" ci accompagnano nella base della Polizia locale, i cui agenti hanno effettuato il sequestro.
[...]E' nel mirino la Polizia; la sua operatività è cresciuta notevolmente grazie anche al lavoro degli advisor italiani. Le reclute vengono scelte su base locale. E questo ha aspetti positivi e negativi.
"Mia moglie, ammette il vice-comandante della Polizia locale -Sultan Hamad - mi chiama 20 volte al giorno; ha il terrore che mi succeda qualcosa". Ha una faccia d'attore Sultan, perennemente seria e pensosa. Conosce Shindand e la sua gente. Il futuro è un'incognita, il presente fa paura.
[Nel servizio l'intervista al Maggiore Andrea Canuti - Advisor P.A.T.]

Dal nostro inviato in Afghanistan, Gianmarco Morosini

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