Agenzia delle entrate a caccia di evasori sulle spiagge italiane

Il primato del bagnino più povero è andato ad uno stabilimento balneare di Cervia: 411 euro il reddito dichiarato, 36 mila quello accertato dalle fiamme gialle. Ma le curiosità fiscali non si fermano qui. L’agenzia delle Entrate ha passato al setaccio tutte le località turistiche della penisola italiana, per verificare i comportamenti fiscali di clienti ed esercenti. Nel mirino porti turistici, bar, ristoranti, spiagge e discoteche. Molti gli enti no profit che in realtà offrono circoli nautici esclusivi e approdi di lusso, bar e ristoranti aperti al pubblico ma travestiti da associazioni culturali, come a La Spezia, dove un club per il gioco del calcio offriva posti barca e rimessaggio per i diportisti. La fantasia fiscale degli italiani è senza limiti: in Campania, sul litorale domizio, il gestore di un lido dichiarava più incassi in autunno che in piena estate. E poi bungalow e mini appartamenti camuffati da capanne o alberghi che pur affittando stanze non avevano mai rilasciato una ricevuta fiscale. Reddito zero anche per diversi bar e ristoranti romagnoli, cui le Entrate di Ravenna hanno contestato in totale circa 1 milione e mezzo di euro di imposte evase. Sotto torchio anche i locali notturni in Veneto, Lazio e in Romagna. A decine di discoteche le fiamme gialle hanno contestato falsi conti in rosso, la mancata emissione di biglietti d’ingresso e il ricorso a personale non in regola.

Sergio Barducci

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy