Allevare alpaca a San Marino: è l’iniziativa di una professionista sammarinese

Altea, Ruby e Alice: le femmine. Nando, Aramis e Bruno: i maschi. Bimba e Brooklyn: i cuccioli di quattro mesi. Nell’aspetto ricordano le pecore, ma la stazza è più grande e il collo molto lungo. Sono gli otto alpaca, di razza huacaya che nella tranquillità di Ventoso non solo hanno trovato casa ma anche l’amore di chi da quattro anni li alleva con dedizione. Tutto è cominciato da un uliveto ereditato, la necessità di mantenerlo pulito dalle erbacce, un popolare programma televisivo che mostra come il loro brucare sia il metodo più ecologico per ottenere il risultato. Detto, fatto.
Sì perché, essendo parenti stretti del lama, sputano. Uno sgarbo che di solito si scambiano tra di loro per mantenere la gerarchia nel gregge. Ma in nostra presenza, educatamente, preferiscono un “bagno di polvere” per conservare la cute in salute.
In tempo di crisi, allevare alpaca può essere una valida fonte di reddito. La loro lana è pregiatissima. Anche Penelope ne sfrutta le potenzialità: ai primi di maggio si procede alla tosatura, poi lei stessa la fila per la produzione di capi d’abbigliamento. Una parte viene, invece, destinata ad altre aziende italiane. Per vivere di questo occorrono almeno 40 capi; un piccolo allevamento però aiuta a far quadrare i conti. La lana grezza va a 10 euro al kg; mentre filata, ad esempio per una sciarpa, dagli 80 ai 250 euro. Nel video l’intervista a Penelope Savoretti, allevatrice alpaca

Silvia Pelliccioni

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