Logo San Marino RTV

Alzheimer: il ricercatore Jonathan Rudge a San Marino, presenta il “modello di invasione dei lipidi”

L'accumulo di sostanze grasse nel cervello come ipotesi di causa della malattia

28 mag 2022

L'eccesso di lipidi nelle cellule cerebrali dei pazienti affetti da Alzheimer ha portato la comunità scientifica ad interrogarsi sull'origine del morbo, a cominciare dalla ricerca originale del 1906 di colui che per primo l'ha descritta, Alois Alzheimer, e che per l'appunto gli ha dato il nome. Oggi quella ricerca è stata ripresa ed integrata da Jonathan Rudge, ricercatore della School of Pharmacy, Università di Reading (UK) con una nuova spiegazione, illustrata al convegno “Bridging the minds” che si è tenuto sul Titano. "

Il “modello di invasione dei lipidi” - ha detto il Dottor Rudge ai nostri microfoni - è una nuova spiegazione dell'Alzheimer che ho proposto dopo 10 anni di ricerca. E' ciò che avviene quando la barriera emato-encefalica si danneggia, consentendo ai lipidi di attraversarla, di invaderla, ed entrare così nel cervello. Lipidi come colesterolo ed acidi grassi. La barriera emato-encefalica è composta da milioni di piccoli capillari, uno spesso strato protettivo, che blocca l'ingresso e l'uscita di queste sostanze dannose che si pensa causino la malattia. Il problema dunque si crea proprio quando la barriera si deteriora, primariamente a causa dell'età ma anche i calciatori rientrano tra le categorie a rischio Alzheimer. Poi influiscono anche fattori come il fumo, la cattiva alimentazione, lo stress e così via". Di qui l'invito ad apportare cambiamenti allo stile di vita per ridurre l'impatto sulla barriera e i danni conseguenti.

In base alla teoria di Rudge,  "questi lipidi invasori provocano danni al cervello, come il suo restringimento e lo sviluppo di placche di amiloide e grovigli di tau, che sono alla base dei comportamenti caratteristici dell'Alzheimer, come la perdita di memoria, i disturbi del sonno e la paranoia".

Nel video l'intervista a Jonathan Rudge, ricercatore della School of Pharmacy, Università di Reading (UK)






Riproduzione riservata ©