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Alzheimer, il vaccino che ripristina la memoria e aiuta a prevenire la malattia

20 nov 2021
@nature.com
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Un vaccino che cura l’Alzheimer e addirittura può prevenirlo. È quanto stanno provando a mettere a punto un gruppo di scienziati inglesi e tedeschi, che sostiene di aver trovato un modo per rimediare ai danni della proteina beta amiloide, quella che comporta la condizione degenerativa del cervello. La sperimentazione non è ancora stata condotta sugli esseri umani, ma sui topi ha dato dei risultati eccellenti poichè la proteina è andata distrutta e la memoria ripristinata. Chi li ha condotti ha illustrato il tutto in un articolo pubblicato dal Mirror. Ovviamente gli ottimi risultati ottenuti sui topi dovranno essere confermati anche negli studi sull’uomo; quindi, è ancora lunga la strada da percorrere. Secondo il professore Mark Carr dell’università di Leicester lo studio condotto finora può però aprire alla possibilità non solo di curare l’Alzheimer, ma anche di vaccinare contro la malattia prima che compaiano i sintomi. Vaccino che potrebbe costare appena 15 sterline (circa18 euro).



COSA È L’ALZHEIMER
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa contraddistinta da perdita della memoria e di abilità intellettivo-motorie, causata dal deterioramento delle cellule cerebrali.
Esordisce prevalentemente dopo i 65 anni ma nelle forme giovanili, anche se più rare, i sintomi possono iniziare ad affacciarsi a partire dai 50 anni.
Il sintomo che caratterizza la fase iniziale dell’Alzheimer è la perdita di memoria, che si manifesta con difficoltà a ricordare informazioni ed eventi recenti. Inizialmente il paziente ricorda cose apprese anni prima l’esordio della malattia ma ha difficoltà ad acquisire nuove informazioni e fissarle in memoria. Nella fase successiva il disturbo diventa più pervasivo perché il paziente comincia a dimenticare anche fatti più antichi della sua vita personale, non riconosce luoghi e persone a lui familiari, il linguaggio si impoverisce, non ha iniziativa e diventa apatico.

IL VACCINO
Si chiama Tapas ed è un vaccino innovativo a base di anticorpi e proteine che potrebbe contrastare efficacemente l'Alzheimer. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, condotto dagli scienziati dell'Università di Leicester, dell'University Medical Center di Gottingen e dell'ente benefico per la ricerca medica LifeArc. Il team, guidato da Thomas Bayer, ha sviluppato una terapia per contrastare il morbo di Alzheimer e un vaccino che potrebbe prevenire la comparsa della malattia.

LA RICERCA
"Negli studi clinici condotti finora - osserva Bayer, dell'University Medical Center di Gottingen - nessuno dei potenziali trattamenti volti a dissolvere le placche di amiloide presenti nel cervello aveva mostrato effetti statisticamente significativi nel prevenire o contrastare i sintomi dell’Alzheimer. Alcuni hanno persino causato effetti collaterali negativi. Abbiamo quindi scelto un approccio diverso". I ricercatori hanno sviluppato trattamenti basati su anticorpi e un vaccino a base proteica, la cui funzione è quella di interferire con una proteina localizzata nelle placche amiloidi cerebrali, associate all’insorgere dell’Alzheimer. “La proteina beta amiloide, spiegano gli autori, è associata a un rischio più elevato di sviluppare la malattia di Alzheimer quando raggiunge alte concentrazioni”.

"Abbiamo utilizzato l’anticorpo Tap01_04 – spiega Mark Carr, del Leicester Institute of Structural and Chemical Biology presso l’Università di Leicester – e la beta amiloide si è piegata su sé stessa assumendo una configurazione ben definita che non era mai stata osservata prima. Questa struttura a forma di forcina ci ha permesso di ingegnerizzare questa regione della proteina e stabilizzare la beta amiloide in modo che si legasse all’anticorpo”.
Gli studiosi hanno sperimentato il vaccino sui piccoli roditori per valutare l'efficacia del trattamento. I topi che avevano ricevuto la terapia, riportano i ricercatori, producevano anticorpi di tipo TAP01. La forma ingegnerizzata di beta amiloide è stata quindi utilizzata come vaccino per attivare il sistema immunitario e avviare la produzione di anticorpi specifici. Il gruppo di ricerca ha testato l'anticorpo e il vaccino beta-amiloide ingegnerizzato in diversi esemplari, sfruttando tecniche di imaging per constatare l'efficacia dei due presidi.




RISULTATI
Il team sottolinea che il vaccino e l'anticorpo hanno contribuito a ripristinare la funzione dei neuroni, aumentando il metabolismo del glucosio nel cervello, riattivando i circuiti della memoria e riducendo la formazione della placca beta amiloide. 
L'anticorpo TAP01_04 e il vaccino TAPAS sono molto diversi dai trattamenti contro l'Alzheimer sviluppati finora – ha dichiarato il dott. Bakrania di LifeArc - perchè mirano a una forma differente della proteina. Questo li rende davvero promettenti come potenziale trattamento per la malattia sia come anticorpo terapeutico che come vaccino. Se il trattamento avrà successo, potrebbe trasformare la vita di molti pazienti". In merito alla possibilità futura di replicare i risultati clinici sull'essere umano, i ricercatori mostrano un notevole entusiasmo, poiché il trattamento "Apre la possibilità non solo di curare l'Alzheimer una volta rilevati i sintomi, ma anche potenzialmente vaccinarsi contro la malattia prima che compaiano i sintomi" ha concluso Carr.

Benedetta de Mattei




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