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Amnesty International diffonde il rapporto sulla pena di morte nel 2010

28 mar 2011
527 esecuzioni in tutto il mondo. Emesse 2024 nuove sentenze di morte, mentre oltre 17mila persone sono in attesa di giudizio. Asia, Medio Oriente: qui si concentra la pratica. Colpiscono i numeri, ma soprattutto i reati per cui si manda a morte: contrabbando di droga, crimini economici, relazioni sessuali extraconiugali, persino blasfemia. 252 solo in Iran, tra cui 5 donne, per adulterio, e un minorenne. Indignano le modalità: giustiziati in pubblico. Questi sono i dati ufficiali per una mappa che non sarà mai completa: manca all’appello la Cina, che mantiene la segretezza sull’uso della pena capitale. Solo ipotesi, ma sarebbero migliaia i giustiziati. Ancora il caso Iran: almeno 300 esecuzioni capitali non ufficiali nel 2010, le associazioni umanitari di tutto il mondo denunciano le brutalità a Marshhad, nel carcere di Vakilabad. “Un mondo libero dalla pena di morte non solo è possibile, è inevitabile” dice Amnesty International, che segnala i passi avanti nella tutela del diritto alla vita: negli ultimi 10 anni, 30 paesi hanno abolito la condanna capitale; a livello internazionale, ben tre le risoluzioni approvate dall’ONU per la moratoria universale della pena di morte.

Annamaria Sirotti

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