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Anabolandia, uno dei genitori dei minorenni dopati si giustifica: “Non volevamo mettere a repentaglio la loro salute”

9 giu 2011
Sconcerto per il coinvolgimento di alcuni genitori di minorenni nell’operazione “Anabolandia”, che ha portato all’arresto di 4 persone, al sequestro di un ambulatorio e ad altri 54 indagati. Fermato in aeroporto a Bologna il medico sportivo riminese Vittorio Bianchi, che la commissione di disciplina della Federazione medico sportiva italiana nel 2005 aveva già squalificato per 6 anni. Il ruolo dei genitori che per migliorare le prestazioni dei propri figli reperivano sostanze dopanti emerge in almeno tre casi. Uno di questi portava i suoi figli di 15 e 16 anni da Bianchi che gli prescriveva anabolizzanti e un’altra sostanza che stimola la produzione di testosterone. “Volevo migliorare le loro prestazioni, non avrei mai messo a repentaglio la loro salute”, si è giustificato. Tra gli indagati anche l’ex calciatore del Rimini Emiliano Milone e il preparatore atletico Danilo Chiodi, perché sostanze dopanti sarebbero state somministrate ai giocatori prima della partita dei playout tra Rimini e Ancona, che peraltro costò la B ai riminesi. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, al dottor Bianchi si sono rivolti atleti, professionisti e non, di 6 diverse regioni e varie discipline. Il medico prescriveva illegalmente farmaci, con ricette intestate a nomi di fantasia, soddisfatte da farmacisti compiacenti. Perquisizioni in quasi tutta Italia, coi Nas che hanno sequestrato quasi 500 confezioni di medicinali.

Francesca Biliotti

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