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Ancora gravissime le condizioni dell’operaio vittima di un incidente alla Titan Call di Galazzano

14 ott 2009
Ancora gravissimo l’operaio vittima di un incidente a Galazzano
Ancora gravissimo l’operaio vittima di un incidente a Galazzano
Continua a lottare tra la vita e la morte Evaristo Fabrucci. Il 59enne operaio riminese della Titan Call versa in condizioni disperate nel reparto di rianimazione del Bufalini di Cesena. Gravissimo il trauma cranico con emorragia cerebrale riportato nell’incidente di ieri pomeriggio sul posto di lavoro. Gli è franato addosso parte di un carico pesantissimo di lamiere, sospeso in aria, pare, da un sollevatore e tenuto insieme solamente da una spranga di ferro, che avrebbe ceduto mentre l’uomo tentava di girarlo manualmente da sotto, per orientarlo verso il camion su cui doveva essere sistemato. Questi gli elementi sulla dinamica raccolti, in attesa di notizie ufficiali, dalla Centrale Sindacale Unitaria, che ora getta pesanti ombre sull’accaduto. “Desta sconcerto e indignazione – precisa la CSU – che la vittima dell’incidente sia un lavoratore in nero, non si sa se una presenza occasionale o duratura nel tempo, ma va rilevato – continua la CSU – che, per via della crisi, la Titan Call aveva effettuato una riduzione di personale da 17 a 11 dipendenti. Come poteva giustificarsi allora – si chiede il sindacato - la presenza di un lavoratore non in regola?” Sembra inoltre che alla guida del sollevatore ci fosse lo stesso titolare dell’azienda. In caso di conferme ufficiali, la posizione della Titan Call si aggraverebbe ulteriormente, sia per essersi avvalsa di personale irregolare – sottolinea la Federazione Unitaria Industria – sia per non aver utilizzato sistemi di fissaggio sicuri”. Nella stessa azienda circa 10 anni fa, tra l’altro, era avvenuto un incidente che, dopo qualche tempo, aveva portato alla morte il lavoratore coinvolto. “E’ doveroso chiedersi se su una azienda recidiva come questa – conclude la CSU – sono stati eseguiti con sistematicità gli opportuni controlli circa l’applicazione delle misure di sicurezza”.

Silvia Pelliccioni

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