Ancora nessun nome per l'abuso edilizio

Ancora nessun nome per l'abuso edilizio.
Al Palazzo di Giustizia di Rimini nessuno si sbottona, nessuna notizia – ancora - del nome della società anonima sammarinese intestataria del casolare di campagna sequestrato venerdì sui colli di Covignano. All’origine del controllo, che ha permesso agli agenti del Corpo forestale di scoprire e denunciare l’abuso edilizio, vi sarebbe una segnalazione al comando di Rimini. Sotto sequestro – dunque - un vecchio fabbricato rurale di 170 metri quadri - ampliato illegalmente per altri 150 – appartenente ad una società anonima del Titano. Oltre alla denuncia dell’abuso ve ne sarebbe un’altra relativa all’illecito utilizzo di rifiuti speciali per la realizzazione di una tettoia posticcia. Reati di cui dovrebbe rispondere – in primis - il rappresentante legale della società anonima del Titano: un riminese – pare - piuttosto noto nel settore del mercato immobiliare. Il fascicolo d’inchiesta è nelle mani del Procuratore della Repubblica di Rimini Franco Battaglino che recentemente ha annunciato maggiore severità nei confronti dei furbi. Sarà la magistratura – dunque – a decidere se e quando procedere alla messa in ripristino dell’immobile.

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