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Avvocati: con il nuovo codice diritto difesa a rischio

12 lug 2013
Avvocati: con il nuovo codice diritto difesa a rischio
Avvocati: con il nuovo codice diritto difesa a rischio
L’Assemblea dell’Ordine degli Avvocati e Notai, riunitasi ieri appositamente per prendere in esame i recenti progetti di legge in materia di modifiche ai codici penale e di procedura penale e alla responsabilità delle persone giuridiche che verranno trattati e messi in votazione dal Consiglio Grande e Generale nella sua più prossima seduta, dopo approfondita discussione, ha deliberato di far conoscere alle Istituzioni e all’opinione pubblica la propria posizione con il presente comunicato stampa.

Gli avvocati evidenziano che le proposte modifiche ai codici penale e di procedura penale introdurranno una serie di precetti che andranno ad ampliare gli strumenti coercitivi e repressivi in mano alla magistratura e alle forze di polizia, senza un corrispondente ampliamento delle garanzie difensive, anzi con un loro enorme affievolimento, fino anche a compromettere il presidio costituzionale rappresentato dal diritto alla difesa in ogni stato e grado dei procedimenti giudiziari.

In particolare con l’introduzione del reato di “autoriciclaggio” (in Italia non esistente), punito con la prigionia da quattro a dieci anni, viene introdotta nel nostro ordinamento non una sola nuova condotta antigiuridica ma un numero altissimo di nuove condotte poiché potrà commettere tale reato chiunque si renda autore di un altro reato, anche infinitamente più lieve, da cui si ricavano proventi, di fatto con una duplicazione della pena per la stessa condotta; inoltre con il nuovo art. 147 del codice penale, in materia di confisca, il giudice sarà obbligato (non solo gli sarà possibile) a sequestrare e poi confiscare ogni bene posseduto dall’indagato/reo che “non giustifichi la legittima provenienza”, introducendo di fatto una totale inversione dell’onere della prova e ciò ogni qual volta indagherà per reati assai gravi ma anche per reati di entità e pericolosità lievissima che nulla hanno a che fare con l’alta criminalità, così di fatto introducendo un’indiretta verifica di natura fiscale dei patrimoni di ciascuno.

Nella materia della responsabilità della persona giuridica si aggrava grandemente la posizione delle società di fronte alla commissione di un reato da parte delle persone fisiche che la rappresentano o la dirigono. La precedente normativa forniva uno strumento, “il modello organizzativo”, che era di grandissima efficacia preventiva perché consentiva di predisporre un apparato organizzativo teso a scongiurare ipotesi di amministratori/dirigenti che commettono crimini. Tutto questo, ed altre ipotesi, saranno cassate dalla nuova legge che si concentra più sulla repressione delle condotte antigiuridiche, tralasciando gli aspetti più propriamente di prevenzione, e introducendo una doppia pena pecuniaria che avrà l’effetto di mettere in crisi la stabilità aziendale. Gli avvocati esprimono forte preoccupazione, oltre che per gli aspetti applicativi e di scemata garanzia per chi opera nel tessuto economico del nostro Paese, anche perché sono certi che chi pensa di investire nel nostro sistema economico guardi soprattutto alla “certezza del diritto” che provvedimenti come questi non aiutano certo a conseguire.

Gli avvocati, pur avendo presente - e non avendo mai fatto mancare il proprio contributo - che la nostra Repubblica deve essere considerata compatibile con le normative internazionali in materia di criminalità organizzata ed economica, lamenta che la politica non abbia considerato la salvaguardia delle più elementari prerogative e garanzie difensive a presidio dei valori che la nostra costituzione e il diritto e la procedura penale devono rispettare e valorizzare.

Gli avvocati chiedono alla politica una doverosa pausa di riflessione al fine di apportare ulteriori migliorie ai progetti di legge in questione e rivendicano il diritto/dovere ad un più efficace loro coinvolgimento in sede di approntamento di progetti di così alto valore e interesse.

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