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Bombe a Brindisi, il pm: “C’è identikit, uomo sui 55 anni”. Sembra di poter escludere la matrice mafiosa

20 mag 2012
Bombe a Brindisi, il pm: “C’è identikit”. Sembra di poter escludere la matrice mafiosaBombe a Brindisi, il pm: "C'è identikit, uomo sui 55 anni"
Bombe a Brindisi, il pm: "C'è identikit, uomo sui 55 anni" - -
Ieri sera la polizia ha perquisito l’abitazione di un uomo di 60 anni, ex ufficiale delle Forze armate ed esperto di elettronica, la cui famiglia vendeva bombole di gas. Al vaglio degli inquirenti, inoltre, c’è un video tratto da alcune telecamere poste per la sicurezza stradale in cui si vede l’attentatore mentre preme il tasto che fa detonare l’ordigno. Le immagini mostrano un uomo bianco, di circa 50-55 anni, con una giacca scura, pantaloni chiari e scarpe da ginnastica che attende il momento per far scattare il timer.
“Immagini terribili” ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, nel corso di una conferenza stampa. Dinapoli ha spiegato che chi ha premuto il telecomando lo ha fatto ad una distanza di sicurezza che però gli consentiva di vedere la scena. E' tensione però tra lo stesso Dinapoli, che ha parlato
di gesto isolato, e la Procura distrettuale antimafia di Lecce, secondo cui non c'é ancora una pista definita, neppure quella eversiva.
Intanto, accogliendo l’appello del preside dell’istituto tecnico Majorana di Brindisi, oggi molte scuole italiane hanno aperto le loro aule per incontrare le comunità e lanciare un forte segnale di appartenenza per essere "espressione di presidio alla legalità”. All’istituto Majorana si è recata nel tardo pomeriggio anche il sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini.

"Abbiamo acquisito delle immagini significative che aprono uno spiraglio e che ci consentono di dire che non navighiamo al buio. Ci permettono di fare approfondimenti mirati". Lo ha detto il procuratore di Brindisi sull'attentato davanti alla scuola Morvillo Falcone. "C'è l'identikit di chi ha posizionato l'ordigno davanti all'istituto, è opera di un esperto di informatica", ha spiegato, sottolineando. Le indagini "accreditano l'ipotesi di un ordigno azionato tramite un telecomando. Un congegno che consente di vedere la scena", ha aggiunto. "In termini di probabilità, non in termini di certezza, ci è sembrato di poter escludere la matrice mafiosa" . Un'analisi condivisa anche dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Potrebbe essere un gesto isolato", ha poi concluso.

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