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E’ boom del cibo a km zero: la spesa vola a 3 miliardi di euro e si risparmia fino al 30%

7 giu 2010
Prodotti a Km zero, l’ultima novità negli acquisti alimentari. Cibi che nel prezzo finale non risentono dei costi di spedizione e trasporto perché tipici di un territorio. E gli italiani alla perenne ricerca di cibi freschi e naturali hanno risposto con entusiasmo, spendendo in un anno più di 3 miliardi di euro. Secondo Coldiretti il 'km 0' è vincente, taglia le intermediazioni, consente un risparmio medio del 30%, utilizzando più volte lo stesso contenitore, come nel caso del latte e dei detersivi e riduce le distanze percorse dal cibo, spesso trasportato con mezzi inquinanti prima di approdare sulle nostre tavole. Opportunità è la filosofia alla base della distribuzione del cibo locale che aumenta la concorrenza, a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori, che possono garantirsi acquisti sicuri e di qualità spendendo il giusto. Già presentata alla Camera dei deputati una legge sul km zero per incoraggiare la coltivazione e l’acquisto di prodotti nell’ambito locale in cui devono essere consumati. Ma si profila anche un nuovo business per i fabbricanti di distributori self service, già ribattezzati bancomat zero, per ora limitati alla distribuzione di latte fresco, e in alcuni casi di formaggi e salumi tipici. Le iniziative in merito moltiplicano e punta sul cibo a km zero anche il Consorzio San Marino, stimolato dalle aziende che chiedono servizio catering, nel corso dei quali vengono proposti solo prodotti tipici del territorio.

Myriam Simoncini

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