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Brexit: due opinioni agli antipodi, a San Marino, sul referendum più temuto dall'establishment

23 giu 2016
Brexit: due opinioni agli antipodi, a San Marino, sul referendum più temuto dall'establishment
Brexit: due opinioni agli antipodi, a San Marino, sul referendum più temuto dall'establishment - In pieno svolgimento il referendum sulla Brexit. Abbiamo sentito due esponenti politici sammarinesi...
Chiuderanno alle 22 – le 23, ora italiana - le urne per il referendum più temuto dall'establishment europeo. Per il momento non resta che aspettare, visto che gli ultimi sondaggi parlavano di un sostanziale testa a testa tra “leave” e “remain”; e questo nonostante la tragica vicenda della deputata laburista Jo Cox, che – secondo gli analisti – avrebbe influito sul “sentiment” dell'elettorato. Senza contare gli scenari apocalittici prefigurati – in caso di Brexit – da vari politici ed economisti. Anche le piogge incessanti di queste ore – dicono alcuni – potrebbero avere delle conseguenze sul risultato. Non hanno troppi dubbi – invece – i bookmakers: l'84% dei quali punta su una vittoria del fronte pro-Europa. In ogni caso il dibattito sulle ragioni dell'una o dell'altra parte è quantomai vivo anche al di là della Manica. Sul Titano abbiamo sentito l'opinione di 2 politici che esprimono posizioni agli antipodi, in politica estera. “Credo che alla fine prevarrà il remain – afferma Gerardo Giovagnoli, PSD – perché, nonostante la situazione dell'UE non sia facile, quella che è in gioco è una costruzione che ha garantito la Pace per decenni. Giovagnoli, poi, vede nell'eventuale sconfitta degli euroscettici un fattore positivo per San Marino, che acquisterebbe maggior peso contrattuale nella trattativa per l'accordo di associazione. Di tutt'altra opinione Roberto Ciavatta, di Rete: unica formazione, sul Titano, contraria al percorso di avvicinamento all'Unione. “L'uscita della Gran Bretagna sarebbe auspicabile – afferma -; in tal modo si velocizzerebbe quel processo di disfacimento dell'UE che sarebbe comunque inevitabile, se si considerano le sue contraddizioni interne. La stessa Regina avrebbe espresso perplessità riguardo la perdita di sovranità del suo Paese. Tutto ciò – invece – non sembra preoccupare il nostro Consiglio Grande e Generale, specie a seguito dell'Ordine del Giorno appena approvato. L'accordo con l'UE – conclude l'esponente di Rete - verte sull'impossibilità di San Marino di mettere in discussione tematiche che il Titano sarà tenuto ad acquisire e questo è preoccupante. Si parla della modifica della carta dei diritti come se fosse una cosa poco importante”.

gm

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