Carlo Lucarelli racconta la mafia agli studenti sammarinesi

La coscienza è conoscenza: la mafia si combatte parlandone. Con lo scrittore e giornalista Carlo Lucarelli si conclude il ciclo di incontri della Scuola Superiore, percorso di riflessione - pensato e condiviso da insegnanti e istituzioni - iniziato a dicembre con l’esposizione a San Marino della Teca Falcone. “La mafia non è storia antica ma contemporaneità”, spiega Lucarelli. Ecco perché è fondamentale raccontarla ai giovani, “perché sono loro quelli che privi di certe strutture, magari certe paure che abbiamo noi, sono in grado di capire e poi agire”. Gli studenti di quinta hanno letto e analizzato in classe il libro di Lucarelli ‘La mattanza’ e oggi hanno potuto porre le loro domande. Ma ce n'è una, su tutte, a cui l'autore non sa rispondere: “Mi è stato chiesto se avrei detto no alla mafia come tanti, che noi consideriamo eroi, hanno fatto. Non so rispondere. Vorrei dire di sì, che avrei detto di no anche io, poi sono un essere umano. Insomma, mi fa pensare tante cose. E' una domanda che rigiro a tutti i ragazzi: voi cosa direste?” Certe storie colpiscono dritto al cuore, e nulla è più come prima. L'emozione abbatte l'indifferenza, diventando motore dell'agire e del coraggio. Ed è proprio l'emozione che Lucarelli vuole arrivi ai giovani attraverso il suo libro. “Cittadini consapevoli, quali vogliamo che siano i nostri ragazzi, devono essere a conoscenza di questo problema e riflettere con pensiero critico, che si può costruire in occasioni come queste” – dice il Preside della Scuola Superiore Giacomo Esposito. “Lucarelli oggi ci ha dato una grande opportunità perché è un romanziere, un giornalista e sa essere queste due cose contemporaneamente. Quindi sa parlare ai giovani”.

Proprio ieri, nell'incontro al Quirinale con i vertici delle forze di sicurezza, il Presidente Sergio Mattarella ha espresso "la riconoscenza della Repubblica" per la cattura di Matteo Messina Denaro, “supremazia della legge sul crimine”. Privata del suo boss, è una mafia diversa? “La mafia è sempre diversa” – risponde Lucarelli. “La mafia dei primi anni non è la stessa degli anni successivi. Quella di Totò Riina non è quella di Bontade che c'era prima e non è quella degli altri dopo. Probabilmente quel tipo di mafia lì, il vecchio boss fatto in quel modo, non c'è più. Però già Matteo Messina Denaro era a capo di una mafia imprenditrice, soprattutto mafia della finanza, che era già cambiata. Quindi non c'è più lui ma la sua mafia probabilmente c'è ancora”.

Nel servizio le interviste al giornalista e scrittore Carlo Lucarelli e al Preside delle Scuole Superiori Sammarinesi Giacomo Esposito 

[Banner_Google_ADS]

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy