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Caso Rosi: la moglie accusa "Pugni proibiti e guantoni truccati"

23 ott 2006
Gianfranco Rosi
Gianfranco Rosi
La moglie e lo staff di Gian Franco Rosi vogliono chiedere l'annullamento dell'incontro, conclusosi con il knock down all'11esima ripresa del pugile perugino e la vittoria di match e titolo intercontinentale IBF pesi medi, del francese Robert Roselia. Pugni proibiti, perchè il francese ha colpito più volte alla nuca Rosi. "L'arbitro - tuona la moglie del pugile italiano - avrebbe dovuto sanzionare Roselia e se non l'ha fatto l'arbitro avrebbe dovuto intervenire da bordo ring il supervisore IBF, Benedetto Montella". Poi c'è la questione della presunta sostanza urticante, sui guantoni del francese. Un qualcosa di simile al balsamo di tigre. Rosi fin dalla seconda ripresa avrebbe accusato bruciore agli occhi. Ma al pronto soccorso di San Marino, dove il pugile ha ricevuto le prime cure, non è stato rilevato alcunchè. E' vero che il referto parla di congiuntivite non traumatica, ma l'origine potrebbe essere anche un colpo di vento o una sostanza applicata prima o dopo il match. Tutti aspetti che potrà chiarire solo il commissario della legge Alberto Buriani, titolare delle indagini. In mattinata, Buriani, ha convalidato il sequestro dei guantoni di Roselia e di altro materiale utilizzato dal team del pugile francese, che ha eletto il proprio domicilio legale a San Marino, presso l'avvocato Kristina Pardalos. Comunque vada a finire, la vicenda resta la presa di distanza dall'evento delle istituzioni sportive e non della Repubblica di San Marino. Eppure, come conferma il presidente della Federboxe, Edoardo Ceccoli, l'incontro si e' svolto perchè sono state concesse tutte le necessarie autorizzazioni. In Italia Rosi non avrebbe potuto combattere per limiti di età e chissà se si sarebbe potuto svolgere un incontro per un un titolo intercontinentale, con un arbitro - Azzarro - della stessa nazionalità di uno dei due contendenti.

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