
“Nessuna indebita intromissione sul processo penale per il riciclaggio del denaro della Camorra, ancora in corso, semmai una considerazione di carattere generale e di ragionevole prevedibilità visto l'andamento dei procedimenti penali risalenti a circa un decennio fa, terminati con prescrizione e la conferma delle confische disposte, e quanto - nel caso specifico – già richiesto dalla Procura Fiscale”. Così il Segretario di Stato per la Giustizia, Stefano Canti ribatte alle rimostranze del collegio difensivo dell'Avvocato Michele Santonastaso e della società Le Printemps, sulle barricate per la “previsione” dell'esito di un processo non ancora terminato, messa nero su bianco dalla Segreteria stessa, ritenendola, di contro, una “gravissima invasione di campo, atta - secondo gli Avvocati Matteo Marconi, Nicola Maria Tonelli e lo stesso Michele Santonastaso - a compromettere la serenità di giudizio del Giudice d'Appello, la separazione dei poteri e il diritto alla difesa”.
Un'accusa del tutto infondata per Canti: “Ci si rammarica – sottolinea - che si tenti di trasformare un doveroso esercizio di trasparenza istituzionale in un attacco alle garanzie costituzionali, travisando i contenuti e le finalità di una comunicazione rivolta ai cittadini. Laddove venga accertata la provenienza illecita dei beni – aggiunge – le confische rappresentano uno strumento fondamentale per affermare un principio irrinunciabile, ovvero quello che “il crimine non paga”.
La difesa di Santonastaso, intanto, promette battaglia, pronta ad attivarsi nelle sedi opportune contro una condotta definita censurabile. Sullo sfondo la sentenza d'appello, che sarà pubblicata il 23 giugno.