Cina irritata per Nobel a dissidente vieta festeggiamenti

Vietato festeggiare il Nobel per la Pace a Liu Xiao Bo, in Cina. Le autorità di Pechino, irritatissime per l’assegnazione del premio al dissidente condannato a 11 anni di carcere, sorvegliano a vista tutti gli altri dissidenti in libertà – obbligati a lasciare le loro case e trasferiti in un luogo più isolato – aumentando al contempo le misure di controllo nei confronti della moglie di Xiao Bo, che è agli arresti domiciliari. E’ stato addirittura vietato ai ristoranti di accettare oggi prenotazioni per più di sei persone, perché potrebbero riunirsi per festeggiare il Nobel. E nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, arriva anche la smentita della liberazione di Sakineh: la notizia si era diffusa ieri, alimentata da ufficiose conferme del Comitato Internazionale contro la lapidazione. Sakineh è stata trasferita temporaneamente a casa solo per la registrazione di un programma tv iraniano che vuole ricostruire la scena del delitto, per il quale la donna è stata condannata. Timidi segnali di apertura arrivano invece da uno dei regimi meno rispettosi dei diritti umani, la Birmania, dove San Suu Kyi ha potuto incontrare a casa sua per un alto responsabile del Dipartimento di Stato americano, col quale si è intrattenuta a colloquio per circa 3 ore.

Luca Salvatori

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy