Continua la campagna anti prostituzione in Cina. Il Ministero di Pubblica sicurezza ha annunciato che la polizia cinese ha catturato, a partire dallo scorso 9 febbraio, 501 persone e sgominato 73 bande sospettate di essere coinvolte in attività connesse alla prostituzione e alla pornografia. Lo riferisce l'Agenzia Nuova Cina. Scoperte 1300 case di prostituzione e individuati 2410 locali, in prevalenza centri di massaggi, bar e locali per karaoke ma anche numerosi hotels, che offrivano alla clientela anche servizi di natura sessuale organizzando incontri con prostitute. I locali sono stati tutti chiusi. La vasta operazione (che poi oltre che alla prostituzione è stata estesa anche al gioco d'azzardo e al traffico di droga) ha avuto inizio dopo un servizio andato in onda sulla rete televisiva nazionale Cctv che mostrava quanto accade a Dongguan, nella provincia meridionale del Guangdong, definita la ''capitale del sesso'' in Cina. Nel servizio si mostrava come nella città la maggior parte degli hotel, spesso anche quelli di lusso, e dei locali, sono coinvolti nel giro della prostituzione organizzando o favorendo incontri di natura sessuale per i clienti. Yan Xiaokang, il vice sindaco della città nonchè capo della commissione di pubblica sicurezza della città, è stato rimosso dal suo incarico per violazione dei suoi doveri di controllo e vigilanza. Domenica scorsa il Ministero di pubblica sicurezza ha chiesto l'adozione di misure drastiche per abolire il fenomeno ''senza tolleranza e e senza morbidezza'', non solo a Dongguan ma in tutto il paese. A seguito di ciò numerose province cinesi hanno dato il via a campagne anti prostituzione. La prostituzione è illegale in Cina ma si stima che nel paese ci siano tra i 2.7 e i 6 milioni di operatori del sesso che lavorano spesso anche grazie all'appoggio dei proprietari dei locali notturni e degli alberghi.
Riproduzione riservata ©