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Clamoroso. Al Cibali

Editoriale del Dg Carlo Romeo

28 feb 2020
Clamoroso. Al Cibali

Una stupida e comunque grave disattenzione - di cui in ogni caso mi assumo, all'esterno di Rtv, ogni responsabilità - ha creato qualche equivoco che di questi tempi, a torto o a ragione un po’ paranoici, sarebbe forse poco opportuno sottovalutare. Partiamo dall'errore tecnico.
Lo scorso mercoledì, in occasione della Messa in diretta nel nostro studio grande, vengono aperti per errore i microfoni del sottoscritto e del Vescovo pochi minuti prima della diretta Facebook senza che ne siano stati avvisati i medesimi. Va in onda, quindi, su FB una conversazione schizofrenica e confusa, certamente fuorviante, fra il sottoscritto e SE Turazzi che è stata - peraltro non credo in malafede - totalmente mal compresa.
Per evitare di inseguire ombre visto che ne abbiamo già fin troppe, vediamo di fare chiarezza.

Punto 1. Non esiste e non era in corso alcuna telefonata, evocata o insinuata da appassionati osservatori esterni, sia chiaro e definitivo. È stata semplicemente una conversazione a voce, come vedremo. Il tutto è peraltro accaduto sotto gli occhi di numerosi testimoni, compreso un alto prelato quindi non ci sono dubbi in proposito.

Punto 2. I fatti. Stavo mettendo al corrente, davanti alla macchina del caffe in tv, il Capo produzione Danilo Berardi - che ha anche in organico aziendale la qualifica di assistente della Direzione Generale e quindi è parte in causa - e alla caporedattore - e come tale anche lei parte aziendalmente in causa - Anna Sirotti, una telefonata - questa sì, ma della mattina - in cui parlando di diverse cose, legate alle attuali circostanze, Fabio Berardi aveva nuovamente sollecitato, come già fatto in pubblico e in privato, che il servizio pubblico radiotelevisivo sammarinese (al pari di ciò che accade per quello italiano) sedesse al tavolo dell'unità di crisi, dando il suo contributo come esperti di comunicazione, e Dio sa se ce ne è bisogno in momenti come questi. È bene sia chiaro che si tratta di una proposta che non abbiamo sollecitato noi, anche se è più che ragionevole e giustificata, e che peraltro non teniamo moltissimo che si realizzi. Anzi, detto inter nos, a ben vedere, per Rtv sarebbe solo una ulteriore rogna e il solito cerino acceso in mano al momento giusto che finisce regolarmente quando le cose vanno male, ovunque, a chi fa comunicazione. Abbiamo però e nonostante questo, assicurato doverosamente e responsabilmente la nostra disponibilità a tale proposta. Il responsabile della Protezione Civile in sintesi è convinto, per ufficio, che sia importante avere il servizio pubblico radiotelevisivo insomma, e altrettanto il sottoscritto, a livello personale, avrebbe preferito restare fuori ma responsabilmente e formalmente ha dato la disponibilità della Rtv. Ripeto, la posizione però è tutt’altro che assurda perché, ovunque ci sia servizio pubblico, in casi di emergenza si attiva una immediata sinergia con lo Stato. Si potrebbero citare per la RAI - la mia azienda di appartenenza - numerose emergenze gravi ma, solo per fare un esempio personale quindi diretto, quando il Governo italiano ha avuto bisogno di comunicatori per iniziative importanti e particolari in Bosnia, Darfur, Afghanistan si è rivolto ufficialmente alla RAI che ha inviato un suo top manager esperto in comunicazione che ha lavorato in strettissima intesa e rapporto con gli organi governativi italiani militari e non, con ottimi risultati internazionali di team. Il tutto in Italia è assolutamente normale.

Punto 3. La richiesta del responsabile della Protezione Civile, che evidentemente voleva comunicatori istituzionali e vincolati dal proprio essere servizio pubblico, ha fatto sì che fossi quindi sollecitato a formalizzare la nostra disponibilità al Segretario alla Sanità, cosa che ho regolarmente e ulteriormente fatto con un sms lo stesso mercoledì scorso, alle 14.16. Ove lo ritenesse opportuno il Segretario Ciavatta, per quello che mi riguarda e se lo considerasse così fondamentale, può ritenersi libero di rendere pubblica la mia suddetta comunicazione. Raccontavo dunque questo, anche per dovere di ufficio, a due dei miei strettissimi collaboratori, aggiungendo che qualcuno di cui ho fatto il nome, forse non aveva piacere di avere al tavolo la Rtv perché preferiva decidere lui le notizie da dare al tg. È evidente che non mi riferivo al Segretario Ciavatta ma ad altri non politici che si occupano di media e che per noi, anche se la cosa non sembra reciproca, non rappresentano assolutamente un problema. Non siamo né invidiosi né gelosi se ognuno fa il suo e lo fa bene ma non tolleriamo che si mettano le mani sul volante dall'esterno sul tg, come doveroso visto che i giornalisti non sono passacarte ma professionisti formati per fare questo lavoro. Tutto qui. Nessuna telefonata in corso, dunque, ma ipotetiche telefonate di pressione evocate come auspicata possibilità da parte sì di qualche comunicatore, diciamo. Quindi sia chiaro nessun problema con il Segretario Ciavatta, con il quale in primo luogo mi scuso per un coinvolgimento assolutamente gratuito nato da un equivoco. Posso aggiungere, per chiarezza, anche che - tranne una singolare quasi patologica e sicuramente surrealista eccezione - in otto anni che sono qui non ho mai avuto una segnalazione o una pressione da alcun un Segretario di Stato, meno che mai da Roberto Ciavatta che semmai ha subito in questi giorni un pressing spietato e selvaggio, alle soglie di un doveroso stalking, da parte della nostra redazione per avere notizie, e visto che facciamo tv anche per la relativa presenza in onda.
Scuse diversissime le devo anche a tutto il pubblico e allo stesso Vescovo, anche lui con il microfono aperto a sua e nostra insaputa. Verissimo, comunque, che ci si può e ci si deve chiedere: è una tv che non riesce a comunicare al suo interno? Ho più volte detto al personale e in pubblico che il principale problema strutturale e antico di Rtv è di lavorare con estrema fatica in gruppo. Non è mai stato valorizzato dai vertici aziendali negli anni passati questo aspetto, anzi. Per qualcuno il divide et impera, mettendo tutti contro tutti, era un modo per paralizzare l'azienda, volontariamente o involontariamente non so, poco importa.

Sul fatto che episodi del genere siano gravissimi siamo tutti d'accordo, in primo luogo il sottoscritto che ne risponde a tutti gli effetti e che non è esattamente del migliore stato d'animo, visto che siamo anche riusciti in parte a sfregiare una bella pagina di tv e di Rtv, in cui per due giorni tutti hanno lavorato al meglio per rendere l'appuntamento al meglio. La bella pagina resta, anche se lo sfregio dà fastidio. Molto fastidio. Mi scuso ancora con tutti gli interessati direttamente. “Clamoroso al Cibali!”, come diceva quel genio di Ciotti, con tanto intelligente autoironia? Forse, ma di questi tempi anche il Cibali può fare appunto clamore. Mi scuso ancora e con profonda sincerità e rammarico con tutti gli interessati e con il pubblico per quello che è successo ma non certamente per quello che non è successo o che è stato tranquillamente travisato, ipotizzato, insinuato, interpretato, chiacchierato, eccetera.

cr


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