Colesterolo: il triste primato della 'grassa' Emilia-Romagna

Una burrosa brioche alla mattina, tortellini bolognesi stra-conditi al ragù a pranzo e una bella grigliata di salsicce a cena. Ovviamente, dopo il caffè, un grappino per gradire. Gioia per il palato, dolori per l'intero organismo. Una delle 'piaghe' italiane, se si parla di salute, è il colesterolo alto. Ne soffrirebbero due milioni e mezzo di italiani tra i 35 e i 79 anni.
A difendere il titolo di regione più 'grassa' d'Italia, insieme alla Sardegna, c'è l'Emilia Romagna, patria di indiscutibili opere dell'ingegno culinario italico. Al secondo e al terzo gradino prendono posto Molise e Calabria. Da un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità sulla popolazione adulta è emerso che le regioni peggiori sono quelle del sud, dove a soffrire di ipercolesterolemia totale sono il 36% degli uomini e il 39% delle donne. La situazione migliore si registra in centro: i cittadini colpiti sono il 29% degli uomini e il 34% delle donne.
I dati presentati dal Ministero della Salute parlano di un problema che alle casse dello Stato costa 1,14 miliardi di euro, per il 96% impiegati in spese di ospedalizzazione e per il 4% in farmaci e assistenza specialistica. Di colesterolo alto soffre – ed è per questo in cura - più di un italiano su tre. Non è confortante sapere che circa il 40% della popolazione non sa di avere livelli superiori alla norma. In più, tra le persone in terapia, solo il 24% degli uomini e il 17% delle donne controlla efficacemente le proprie analisi.

MT

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