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Come gestire l’ansia da Coronavirus: l’esperto ci spiega come non cadere nella trappola del panico

7 mar 2020
Come gestire l’ansia da Coronavirus: l’esperto ci spiega come non cadere  nella trappola del panico

L’eccesso di informazioni contraddittorie soprattutto attraverso web e social genera la caccia all'untore e il panico di massa. L’appello degli esperti della Società Italiana di Psichiatria è quello di contenere comportamenti irrazionali e non stravolgere le proprie abitudini quotidiane. Benedetta de Mattei ha intervistato Enrico Zanalda - Presidente della Società Italiana di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO3 per capire come gestire al meglio l’ansia da coronavirus che si sta rapidamente diffondendo tra la popolazione.

Non si parla d’altro che di coronavirus, perchè ci fa tanta paura?
Il coronavirus rappresenta una minaccia invisibile da cui ci sentiamo indifesi, che va a minare la nostra sicurezza in maniera profonda determinando dei comportamenti irrazionali. L’epidemia da coronavirus ha due facce, una di tipo biologico e una più legata alla mente, dunque cognitiva. Questa è più nascosta perché non si può misurare con un termometro, ma è altrettanto pericolosa. Non siamo dunque ‘attaccati’ solo da un virus influenzale severo ma anche da una epidemia cognitiva che rischia di generare spavento e confusione ma anche panico di massa e “ansia da untori”. Più che la malattia in sé ciò che si teme è la paura del contagio sia dalle che verso le persone con cui veniamo in contatto come familiari, colleghi, amici. Le misure che sono state prese in maniera così drastica in questi giorni, con la chiusura delle scuole, delle chiese, dei musei e la sospensione degli eventi culturali e sportivi, riducono la nostra libertà personale condizionandoci pesantemente nel quotidiano e rendendoci in qualche modo ancora più fragili. Ma è a mio avviso anche la rapidissima diffusione di informazioni che incrementa notevolmente lo stato d’ansia, i pensieri ipocondriaci, e influenza contenuti deliranti con comportamenti emotivi conseguenti.

Quanto incidono i mass media in questa psicosi?
Questo timore atavico è sicuramente amplificato dalla diffusione virale e velocissima, che in passato non esisteva, di notizie parziali e contraddittorie, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le persone e nelle Istituzioni, e rendere più potente l’effetto sulla psiche. I mass media più autorevoli e le testate più serie incidono in maniera relativa ma ciò che genera panico è il tam tam di informazioni che avviene in maniera diffusa anche attraverso notizie non corrette. La paura è contagiosa e arrivare ad una situazione di panico non è cosi difficile.

La società italiana di Psichiatria, che presiede, ha diffuso sette regole per affrontare e vincere le paure causate dalla infodemia quali sono?
1. Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie
2. Riconoscere che le cose ‘spaventose’ che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose, è il primo passo verso la consapevolezza
3. Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quanto il panico non è passato
4. Affidarsi solo alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli
5. Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se ‘condiviso’ da amici solo virtuali, che in realtà non si conoscono davvero, e se non accuratamente verificato
6. Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni;
7. Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi allo specialista al fine di un’adeguata diagnosi.

Sembra anche esserci una mancanza di fiducia nelle Istituzioni
E’ la contagiosità di questo virus che mette in ginocchio le strutture sanitarie che non possono far fronte a un’epidemia generalizzata contemporaneamente. Adesso molti criticano le politiche sanitarie ma direi che se le critiche vanno fatte, vanno fatte indipendentemente dal coronavirus perché il fatto che ci sia una carenza di specialisti in vari ambiti medici è qualcosa di indipendente dal coronavirus di cui si parla ormai da anni e che purtroppo le nostre università non sono riuscite a colmare per tempo. Direi che la medicina moderna tende generalmente ad avere meno posti letto ma prevede molte attività di prevenzione e il trattamento domiciliare, che purtroppo in questo caso funzionano meno bene.

Quali altri consigli può darci per gestire al meglio la paura del coronavirus?
Bisogna ricordarsi che il coronavirus è principalmente un’influenza e ridimensionare il pericolo. Se si è anziani o si hanno problemi immunitari è giusto prendere maggiori precauzioni, viceversa se una persona è mediamente sana bisogna rendersi conto che il rischio è molto più basso. E’ importante basarsi solo sulle informazioni ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute attenendosi alle regole che hanno diffuso, come quella di lavarsi le mani frequentemente e di evitare luoghi affollati. Bisogna inoltre considerare che il virus è particolarmente sensibile alla temperatura elevata, infatti non attecchisce nei paesi più caldi, e quindi con la buona stagione questa cosa molto probabilmente finirà in un bicchier d’acqua. Infine mantenere sempre la calma e non lasciarsi prendere da comportamenti irrazionali.

Benedetta de Mattei


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