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Comincia il 28 maggio a Rimini il processo per il crack Giacomelli

23 mag 2009
Contemporaneamente, a Bologna, si procede nei confronti di due dirigenti del Credito cooperativo alto Reno.
E' stato uno dei crack finanziari più discussi e controversi d'Italia, quello del gruppo Giacomelli, attivo nella distribuzione di abbigliamento sportivo. Una bancarotta quantificata in 800 milioni di euro dove a essere danneggiati oltre agli azionisti della società approdata nel 2001 in borsa, sono stati i circa 6.500 obbligazionisti che avevano sottoscritto il Giacomelli bond emesso nel 2002 per 100 milioni di euro.
E ora arriva la durissima condanna per uno dei suoi principali responsabili. Nove anni e 4 mesi di carcere sono stati inflitti ad Emanuele Giacomelli, il 45enne marito di Gabriella Spada, 42 anni ed autentica “icona” dell'azienda. Clamorosa la penale in denaro inflitta a Giacomelli, che dovrà pagare anche 400 milioni di euro. Sequestrati lo yacht di 30 metri, una villa e un ristorante.
La provvisionale di quasi 800 miliardi di vecchie lire era stata richiesta dai commissari straordinari mentre il pm Luca Bertuzzi, che ha condotto l'inchiesta sul crack, aveva chiesto 15 anni di carcere (che poi si sono ridotti a 10 grazie alla scelta difensiva del rito abbreviato). Di fatto le richieste sono state interamente accolte.
Giacomelli era accusato di svariati reati, in particolare di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, ricorso abusivo del credito, insider trading, truffa aggravata, false fatturazioni, calunnia. La moglie Gabriella Spada, che il marito ha strenuamente difeso sforzandosi di dire che non c'entrava nulla con il crack, ha patteggiato la pena di 4 anni.

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