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Comitato per la qualità della scuola: "I conti non tornano"

18 giu 2014
Comitato per la qualità della scuola: "I conti non tornano"
Comitato per la qualità della scuola: "I conti non tornano"
Dopo la ratifica in Consiglio del Decreto Delegato sul Piano di riordino della scuola la maggioranza si è affrettata a emettere una nota per “tranquillizzare” il Comitato per la qualità della scuola e l’opinione pubblica in merito all’aumento dei rapporti numerici adulto/bambini negli Asili Nido. In questa nota si afferma che “Il rapporto bambini/educatori negli asili nido della Repubblica per il 2015 sarà lo stesso del 2014, pur con meno iscrizioni.” Per sostanziare tale affermazione sono state diffuse due tabelle: una con i dati “reali” relativi al 2014, l’altra con i dati “previsti” per il 2015 ipotizzando un aumento complessivo di 14 posti bambino nei nidi di Falciano e Cailungo e una ridistribuzione del personale.
Tutto sembrerebbe a posto dunque, anzi a ciò si aggiunge addirittura la solidarietà della maggioranza che afferma di “capire la preoccupazione espressa dal Comitato”: una preoccupazione che però si vorrebbe far passare per eccessiva, visto che si tiene tanto a dimostrare “con l’obiettività dei numeri” il non aumento dei rapporti per il 2015.
A questo punto è lecito chiedersi, in questa sorta di tira e molla senza fine: a che gioco si sta giocando?
Innanzitutto è doveroso precisare che anche attualmente gli Asili Nido statali stanno lavorando a pieno regime: tutti i posti a disposizione sono stati cioè assegnati. Se in corso di frequenza un bambino viene ritirato si procede d’ufficio ad un nuovo inserimento. Tale puntualizzazione si rende necessaria perché durante l’incontro avuto dal Comitato con i capigruppo consiliari, in vista della discussione in aula del Decreto, alcuni esponenti della maggioranza sostenevano che gli asili nido non stessero operando a regime per effetto della diminuita necessità da parte delle famiglie in questo particolare momento socio-economico di crisi occupazionale. La necessità di apportare tali inesattezze al tavolo della discussione dava già la misura dell’assoluta mancanza di conoscenza del settore che si stava andando a normare.
E viene da chiedersi: accade la stessa cosa negli asili nido e spazio bimbi privati? Perché questa stessa maggioranza ha sentito la necessità di aggiungere nel Decreto n.39/2014 che annualmente rinnova la convenzione con le strutture private che“qualora i posti riservati dal Servizio Pubblico non venissero ricoperti, lo Stato erogherà il 50 % del contributo mensile previsto”?
Si può cogliere in questo la volontà di supportare dei servizi privati che, questi si, per effetto della crisi, sono costretti a operare non a pieno regime e praticamente solo in forza dei posti convenzionati con lo Stato. Ma la logica che sottende tale provvedimento trova davvero coerenza con la necessità e l’impellenza di attuare la spending review anche nella scuola pubblica per salvare i conti dello Stato?
Altro punto fondamentale: il Comitato per la qualità della scuola ha contestato l’ art.12 del Decreto di riordino scolastico, che aumenta il rapporto adulto-bambini per gli Asili nido pubblici, adeguandolo a quello previsto nella Legge di riferimento n.68/2004, perché ritenuto non rispondente agli attuali standard di qualità del servizio. Perché i rapporti attualmente vigenti vengono contestati con così tanta forza dal nostro Comitato? Piccoli cenni di storia: tale legge ha riordinato il settore istituendo anche la possibilità di aprire asili nido privati in un periodo socio-economico in cui vi era la necessità di fornire maggiori risposte alle famiglie in termini di posti-nido. Le sole strutture pubbliche non riuscivano infatti a quel tempo, a dare corso a tutte le richieste di chi era in graduatoria. Quella stessa legge salvaguardava tuttavia i precedenti rapporti negli asili nido pubblici perché ritenuti quelli ottimali per preservare e dare continuità alla qualità del servizio: rapporti troppo bassi per permettere a qualsiasi privato di aprire garantendo la tenuta del proprio business plan.
Riteniamo che con questa scelta il legislatore abbia intrapreso all’epoca la strada più corretta: quella di favorire l’iniziativa privata in tale ambito per venire incontro alle esigenze delle famiglie e contemporaneamente quella di preservare la qualità delle strutture educative pubbliche, alle quali si è data nel corso degli anni anche l’importante funzione di supporto ai nascenti servizi privati, collocandoli sotto la guida della stessa Direzione didattica.
In questi giorni la scelta della maggioranza in Consiglio è stata di taglio diametralmente opposto: si è voluto innalzare i rapporti numerici di legge anche per le strutture pubbliche, e oltretutto si vorrebbe far passare il messaggio che tale aumento dei rapporti garantirà comunque la tenuta della stessa qualità. E’ questo il principio che abbiamo fortemente osteggiato!!!
Non ci tranquillizza che si affermi che tale provvedimento non troverà immediata applicazione: la scelta fatta è sbagliata nel merito e questo continueremo a sostenerlo con forza! Quando il provvedimento troverà progressivamente le condizioni per la piena attuazione gli effetti saranno chiari per tutti. In tutto ciò preoccupa inoltre l’assoluto silenzio dei Sindacati, quegli stessi che a detta degli esponenti della maggioranza, dovranno monitorare sugli effetti del piano di riordino.
Un’ultima precisazione: ci si è affannati con tanto di tabelle (obiettive, chiari ed efficaci solo per i non addetti ai lavori) a dimostrare che gli attuali rapporti per il 2015 non subiranno modifiche. Peccato che i conteggi fatti diano ancora la misura di quanta poca competenza si ravvisi ai piani alti di questa vicenda. Solo per citare un esempio, nella pratica degli asili nido, il rapporto numerico della sezione dei “grandi”, dai 24 ai 36 mesi, è uno a sei e non uno a sette come erroneamente sostenuto nelle tabelle riportate. Come in una sorta di boomerang i numeri forniti a supporto della strana tesi della maggioranza per la quale si è voluto cambiare tutto, per lasciare il tutto così com’è, possono dunque solo certificare che con l’aumento dei 14 posti-nido e la diminuzione del personale, riportati nella tabella per il 2015, l’innalzamento del rapporto numerico non sarà solo un banale principio di legge, ma avrà dirette ricadute anche sulla pratica quotidiana.
Ne vogliamo ancora parlare? Questa maggioranza abbia almeno il coraggio delle proprie decisioni!

Comunicato stampa Comitato per la qualità della scuola

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