
Nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico gli officiali e addetti al Conclave, sia ecclesiastici che laici, giurano “il segreto assoluto”, promessa che vale in perpetuo, pena la scomunica. Non potranno mai rivelare cosa vedono e sentono in quello che è il momento più importante nella vita della Chiesa: la scelta del nuovo Papa. Il conto alla rovescia, dunque, è cominciato: mercoledì inizieranno le operazioni di voto per eleggere il nuovo Papa, momento che si aprirà ufficialmente con la solenne formula latina “extra omnes”, “fuori tutti”, pronunciata dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, che dal 2021 è monsignor Diego Giovanni Ravelli. Prima, però, il decano chiamerà al giuramento i cardinali elettori: una volta arrivati nel coro della Cappella Sistina, giureranno singolarmente, sempre in latino, poggiando uno dopo l’altro la mano destra sull’Evangeliario, promettendo di "osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni" nonché di fare voto di segretezza sull'elezione, osservando imparzialità e terzietà. Dopo l' “extra omnes” la porta della cappella Sistina verrà chiusa per consentire la prima votazione al termine della preghiera. Il rito verso la fumata bianca è antico e affascinante, carico di poesia ma anche di aspettative.
Nella congregazione generale pre-Conclave di questa mattina, i cardinali hanno parlato anche della figura del prossimo Pontefice, e molti si attendono che sia presente e vicino, come una porta di accesso alla comunione e all'unità in un mondo frammentato, in cui l'ordine globale è in crisi. C'è anche chi ha espresso preoccupazione per le divisioni della Chiesa. Nella Cappella Sistina saranno in 133 ad esprimere il loro voto, espressione di correnti e pensieri differenti anche se per l'80 per cento nominati da Francesco.
L'arcivescovo di New York Timothy Dolan - in lizza per il papato, nonostante non sia considerato tra i favoriti per le sue posizioni conservatici - dice di aspettarsi un nuovo pontefice che misceli le caratteristiche degli ultimi tre: "Se ci riuscissimo" – afferma - "sarebbe una benedizione". “I calcoli ci sono e ci devono essere ma non bastano”, dichiara il cardinal Fernando Filoni, che spiega: “I primi due scrutini sono di orientamento, poi si comincia a tirare le somme".
Sull'incertezza del Conclave, legata a molti cardinali elettori provenienti dalle più remote periferie: "Dieci giorni non sono pochi – dice - magari non in modo approfondito ma ci siamo conosciuti". Riguardo ai tempi, se il cardinale iracheno Louis Raphael Sako spera che il nuovo Papa arrivi in tre-quattro giorni", per l'arcivescovo metropolita di Algeri Jean-Paul Vesco "non c'è fretta: l'importante è avere un buon Papa".
Intanto una lettera aperta al Collegio dei cardinali promossa dall'organizzazione giovanile della Chiesa cattolica belga, invita a 'continuare nella via di Francesco', a proseguire il cammino da lui tracciato, imparando dagli errori del passato, in particolare su clericalismo, abusi di potere, silenzio colpevole. "Papa Francesco - scrivono - ci ha mostrato un altro modo di essere Chiesa. Ha aperto porte, infranto tabù, parlato di strutture di potere, della natura come sorella. Ha costruito una cultura del dialogo". "Una Chiesa viva sceglie il futuro. E quel futuro non si può scrivere senza i giovani, senza le donne, senza i laici”. Da qui, l'appello: “Non scegliete solo un Papa. Scegliete un pellegrino. Un pastore. Un costruttore di pace”.