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In Congresso la questione dei segretari di Stato sotto osservazione della gendarmeria

9 mar 2011
In Congresso la questione dei segretari di Stato sotto osservazione della gendarmeria
Se servizio di sorveglianza c’è, per assicurare l’incolumità di alcune persone oggetto di strani episodi, conferme ufficiali non possono essercene, poiché i servizi avvengono nella completa riservatezza. Più difficile che questi avvengano senza che, in qualche modo, non siano stati almeno concordati coi diretti interessati. Se non altro perché le facce dei gendarmi sono conosciute da tutti. La prima smentita è arrivata dal segretario alla Giustizia Augusto Casali, in attesa del nuovo incontro di governo dove se ne parlerà: “Non ho chiesto alcuna scorta, non ho mai ricevuto minacce e non mi sono mai accorto di nulla – ha detto – Se però risultasse qualcosa, vorrebbe dire che sono spiato, e la musica cambierebbe. Non escludo comunque – aggiunge – che qualcuno possa aver chiesto servizi di questo tipo”. Uno potrebbe essere, ad esempio, il segretario al Lavoro, ormai ex, Marcucci. Nel 2009 scoprì delle cimici nel suo ufficio, sulle linee telefoniche: perizia alla mano, consegnò tutto al governo che fece aprire un fascicolo. Sempre Marcucci si trovò al centro di alcuni strani episodi: sicuramente un tentativo di furto, ma anche altro che lo fece sentire in pericolo, al punto da chiedere l’intervento dei gendarmi. Su altri segretari sotto attenzione, le smentite in queste ore non si sono contate. Ma è stato lo stesso segretario agli Esteri Antonella Mularoni a parlare di un “accresciuto stato di allerta”.

Francesca Biliotti

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