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Coronavirus a San Marino: due decessi e due guariti nelle ultime 24 ore

33 nuovi casi, soprattutto legati a familiari di positivi

16 apr 2020
Coronavirus a San Marino: due decessi e due guariti nelle ultime 24 ore

A San Marino oggi si sono registrati due nuovi decessi che portano il totale dei deceduti a 38. Si tratta di due uomini di 60 e 87 anni, condoglianze alle loro famiglie da parte di Rinaldi e di tutto il gruppo di coordinamento. Due i nuovi guariti, un uomo e una donna.

I nuovi positivi sono 33 su 87 tamponi. Solo 7 sono stati diagnosticati attraverso la sierologia, gli altri sono tutti parenti stretti di soggetti che erano positivi quindi vengono dei dubbi sul rispetto dei trattamenti di quarantena. 288 i pazienti a domicilio, 117 i ricoveri Quarantene attive sono 611, terminate 902. I tamponi  effettuati sono 1539, 3 quelli in attesa di risposta.

Nella prima fase si cercavano solo i pazienti con sintomatologia importante, ora siamo in una nuova fase: ora i criteri sono diversi, e ci si aspettano risultati diversi. Fino ad oggi i dati vengono dati in questo modo, da domani potrebbero esserci altre modalità perchè siamo in una nuova fase della malattia.

La geriatria da ieri non è più area Covid quindi ora accoglie pazienti che non sono covid. L'area di terapia intensiva andrà differenziata man mano che la situazione di emergenza cambia. 

Da questa mattina sono stati fatti esami degli anticorpi per il personale di palazzo pubblico e i consiglieri. Parte da qui Rinaldi per spiegare che i sierologici vengono effettuati in base alle esigenze di ripartenza anche istituzionale del paese. Personale di controllo come forze del'ordine e Protezione civile sono scalettati in base alle esigenze di ripartenze.

Sulla possibilità di trovare strutture ad hoc per i positivi, Rinaldi sottolinea che i sono i comportamenti delle persone a far sì che l'isolamento funzioni. La malattia si vince solo con la partecipazione alle regole da parte di tutti quanti.

In conferenza stampa oggi anche Ivonne Zoffoli direttore dipartimento ospedaliero. Con il supporto di tutti i sanitari dell'ospedale e dei servizi territoriali abbiamo cambiato l'ospedale: il 29 febbraio è stata aperta la degenza al secondo piano della palazzina ex casa di riposo definita “Area rossa” dove si sono iniziati a mettere i pazienti covid. Ci sono stati giorni in cui abbiamo avuto davvero tanti pazienti che arrivavano dal Ps. E' stata trasformata la geriatria in area rossa e in continuazione abbiamo anche cambiato le strategie in accordo con quanto deciso dal Commissario Arlotti. Nel frattempo si sono create anche aree grige: ortopedia, chirurgia e day surgery sono state trasformate in zone di transito da pronto soccorso a area rossa mentre si era in attesa dell'esito del tampone. In tutto posti letto attivati sono stati 86 nei quali sono state ricoverate 183 persone; 166 quelle dimesse.

Ora siamo in una nuova fase e abbiamo iniziato a fare i test sierologici: i primi sono stati fatti sui pazienti che si sapeva essere positivi per capire quali fossero i risultati che i test davano, e abbiamo iniziato a farli su tutti coloro che escono dalla quarantena. Abbiamo poi fatto il tampone a tutti quelli che avevano anticorpi presenti.

La sfida ora è quella di riaprire l'ospedale. Riaprire le unità operative e le sale operatorie: l'ospedale deve tornare a funzionare da ospedale. Servirà del tempo: l'ospedale non sarà più comunque come prima e andrà riorganizzata tutta l'attività in modo da consentire ai pazienti una sicurezza costante: non potranno esserci file in sala aspetto, le viste andranno cadenzate diversamente, tutte le degenze dovranno avere un area grigia dove vano ricoverati pazienti per fare prima sierologico o tampone.

Infine è intervenuta Loretta Casadei, coordinatrice del personale sanitario non medico. Da lei un grande grazie a tutti gli operatori: nessuno si è tirato indietro e sono stati reattivi a ogni cambiamento.

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