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Coronavirus a San Marino: un nuovo decesso, 12 positivi su 143 tamponi

Raggiunti i 780mila euro di donazioni

11 apr 2020
Coronavirus a San Marino: un nuovo decesso, 12 positivi su 143 tamponi

Si deve registrare un nuovo decesso: nella notte è infatti mancata una signora di 89 anni. I decessi totali salgono quindi a 35. Ci sono 3 nuovi guarigioni (53 totali), una dimissione (107 totali) e 12 nuovi casi su 143 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Diversi fanno riferimento a gruppi familiari, precisa il dottor Gabriele Rinaldi. Persone che, specifica, hanno una sintomatologia media o lieve. I ricoverati in ospedale rimangono 41, di cui 14 in terapia intensiva (stesso dato di ieri). 27 si trovano in area di degenza, 227 a domicilio. Le quarantene attive sono 476 (44 fanno riferimento al personale sanitario, 7 alle forze dell'ordine). Non ci sono tamponi in attesa perché la diagnostica, precisa il dirigente dell'Authority sanitaria, viene eseguita tutta in ospedale. Sono 833 le persone a San Marino che hanno ricevuto almeno un tampone. Al momento i test in possesso a San Marino sono sufficienti, “ma potranno servirci più materiali nel prossimo futuro anche a secondo delle strategie che vogliamo seguire”. Ci sono diverse strade per gli approvvigionamenti, dice Rinaldi rispondendo ad una domanda della stampa.

Il Segretario alla sanità, Roberto Ciavatta, chiede ai sammarinesi di rispettare le norme di distanziamento anche nel periodo pasquale. “Col virus dovremo abituarci a convivere”, anche quando ripartiranno alcuni rami dell'economia. “Solo questo potrà condurci gradualmente a forme più abituali di socialità”, rimarca Ciavatta. “I sammarinesi dovrebbero essere orgogliosi – rimarca - della propria struttura sanitaria, soprattutto se si fa un confronto con quanto accade in tante parti del mondo”, con, ad esempio, persone non curate per mancanza di posti o strumenti. “L'ospedale e le procedure sono cambiate velocemente. E lo abbiamo fatto da soli”. Poi è cambiata strategia: “non siamo più in trincea, ma sul campo di battaglia a cercare di scovare il virus”. Poi Ciavatta puntualizza: “Sentire le polemiche, che c'entrano poco col virus, fa male, soprattutto per le persone che si stanno prodigando”. L'ospedale non può tornare ad essere terreno di scontro: può funzionare solo se rimane squadra, come successo in questo periodo così difficile.

Sulla riapertura, forse anche prima dell'Italia: “Non possiamo attendere di debellare il virus prima di riaprire, anche se gradualmente, le attività”. Si stanno facendo interventi per riaprire con modalità che garantiscano il non assembramento. Almeno - chiarisce - per quelle aziende che possono lavorare senza aprire alle persone. Sull'intervento di Fitch, il Segretario Ciavatta fa notare che il declassamento ha coinvolto numerosi Stati perché c'è previsione di un forte rallentamento economico a causa del Covid-19. “Non ci fa piacere. Portiamo sulle spalle le mancate politiche degli ultimi tre anni”. E una volta scoppiata la pandemia, “sarebbe stato impossibile fare politiche diverse”. “Nessuna difficoltà a fare il decreto - risponde ad una domanda - ma c'è la volontà di avere un conforto delle associazioni e dei sindacati. Sono interventi spesso impopolari, ma non vogliamo essere interventi affrettati. Nel fine settimana saremo a lavorare per migliorare i testi”, afferma Ciavatta.

Infine interviene la dottoressa Stefania Stefanelli, responsabile della Comunicazione-URP, che rimarca i tanti gesti di gentilezza di una comunità che si stringe forte davanti alle difficoltà. E ringrazia, per esempio, chi ha fornito i tortellini al Casale La Fiorina per il pranzo pasquale o la fornitura di farina per la cucina dell'ospedale. Per quanto riguarda le donazioni in denaro, l'Iss ha raggiunto i 780mila euro, provenienti dalla Protezione Civile (vicini ai 700mila euro) e dalla Sums (che presto farà avere altri 50mila euro).


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