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Coronavirus, altri due casi a San Marino. Zona rossa? Rinaldi: "È una fake news"

6 mar 2020

Due nuovi casi di contagio da coronavirus a San Marino. Salgono a quattro i ricoverati in terapia intensiva e aumentano le quarantene. La situazione per il coordinamento delle emergenze sanitarie è sotto controllo e non corrisponde al vero che le autorità stiano valutando l'eventuale chiusura dei Confini di Stato.

I casi totali di contagio da coronavirus a San Marino salgono a 23: due in più rispetto a ieri. 17 i pazienti ricoverati all'Ospedale di Stato. 4 – uno in più di ieri – sono in terapia intensiva, con sintomatologia severa: sono 3 uomini e una donna. Anche nei 13 ricoverati nella degenza predisposta nell'ala del secondo piano dell'Ospedale, netta prevalenza maschile infatti gli uomini sono 10 e le donne tre. I positivi al Coronvirus con sintomi lievi che si trovano presso il loro domicilio sono 6. Su 50 tamponi finora eseguiti a San Marino, 24 i positivi – compreso quello eseguito sull'anziano deceduto - altrettanti i negativi e due sono in attesa di risposta. Le quarantene domiciliari sono salite a 130 (rete familiare, amicale e personale sanitario), 14 in più in 24 ore, mentre 45 persone, finora, hanno concluso il periodo di isolamento precauzionale nel proprio domicilio. In calo l'età dei due nuovi casi e cioè un uomo di 48 anni e una donna di 40.

Il Direttore dell'Authority ha fermamente smentito una falsa notizia circolata sui social secondo la quale si era in procinto di chiudere i confini di Stato. Ribadita nuovamente la raccomandazione rivolta alla popolazione più anziana o con patologie croniche di ridurre drasticamente le uscite e la vita sociale. Intanto vicino all'ingresso principale dell'Ospedale di Stato è stata montata una struttura mobile che fungerà da filtro per gli accessi al Pronto Soccorso all'interno del quale è stata realizzata in tempi da record una stanza nella quale devono transitare i pazienti che arrivano in ambulanza per evitare il rischio che qualcuno, positivo al virus, entri in contatto col personale sanitario e altri pazienti, mettendo in crisi l'attività di routine.



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