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Coronavirus: lievito introvabile e boom di farina, Coldiretti parla di “spesa di guerra”

Si prediligono prodotti a lunga conservazione come carne in scatola, legumi e latte Uht

27 mar 2020
Coronavirus: lievito introvabile e boom di farina, Coldiretti parla di “spesa di guerra”

L'isolamento domestico ha modificato notevolmente la lista di priorità negli acquisti alimentari, al punto che Coldiretti parla di “spesa di guerra”, riferendosi all'aumento degli acquisti di alimenti meno reperibili come uova e latte Uht. Salgono anche caffè macinato, pasta di semola e acqua.

"Con l'emergenza si torna a comprare prodotti di base con la tendenza - sottolinea la Coldiretti - ad accumulare prodotti a lunga conservazione come Grana Padano e Parmigiano (+38%), tonno sott'olio (+34%) e salumi (+22%)" Nella top five dei prodotti alimentari che hanno avuto il maggiore incremento di vendite nell'ultimo mese di emergenza Coronavirus, precisa Coldiretti, "le farine a pari merito con i legumi secchi (+83%), seguiti dalla carne in scatola (+82%), dai fagioli conservati (+72%) e dal lievito di birra (+70%), esaurito in diversi supermercati, che evidenzia un ritorno in cucina degli italiani costretti a rimanere tra le mura domestiche". Il risultato è che in 4 famiglie su dieci (38%) sono state ammassate scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali, secondo l'indagine Coldiretti/Ixè. "Un comportamento irrazionale che oltre a costringere a pericolose file - conclude - mette sotto pressione il lavoro di oltre tre milioni di italiani ai quali è stato richiesto di continuare ad operare nella filiera alimentare".

C'è poi la tendenza, rileva la Coldiretti, ad acquistare prodotti con molte vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus e la spesa di frutta e verdura delle famiglie nei supermercati aumenta del 16%. Si è quindi registrata una corsa all'acquisto di arance, kiwi, mele, pere, fragole ma anche insalate, carote, pomodori, cavolfiori, broccoli, carciofi, asparagi e patate. Pesa però, conclude Coldiretti, la mancanza di manodopera nei campi per i nuovi raccolti arrivati in anticipo per effetto dell'inverno caldo. 


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