Crimea: apre il ponte sullo stretto di Kerch, per la Nato "violazione della sovranità dell'Ucraina"

Il tema centrale di questa settimana è l'apertura anticipata del ponte sullo stretto di Kerch che collega la Russia alla Crimea occupata. La controversa infrastruttura incide sul bilancio della Federazione per 4 miliardi di euro, si tratta di uno dei più costosi ponti al mondo, ma anche questo non garantisce che resisterà all'attività sismica e alle condizioni meteo del Mar d'Azov.

La cerimonia di inaugurazione si è svolta con la partecipazione di Vladimir Putin. Il 15 maggio, il Presidente russo ha personalmente guidato un camion alla testa di un convoglio di 36 mezzi, per 19 km, lungo il ponte. La penisola, dopo l'annessione, si è trasformata in base militare e il ponte apre effettivamente la possibilità di una ridistribuzione urgente di equipaggiamento militare, se necessario. La Nato ha definito l'apertura del ponte “violazione della sovranità dell'Ucraina”. Il Paese è determinato a difendere i propri interessi e sta già preparando cause dinanzi ai tribunali internazionali.

Il 18 maggio, le vittime della deportazione e del genocidio dei tatari di Crimea sono state ricordate in Ucraina e nel mondo. Nel 1944, per ordine di Stalin, furono deportate con la forza 200 mila persone in Uzbekistan, la metà morirono lungo il tragitto, e solo negli anni '90 alcune famiglie sono potute tornare nella loro terra natale per iniziare una nuova vita. Questa è la storia degli attentati della cantante Jamala, raccontata nel brano vincitore allo Eurovision Song Contest dello scorso anno. Dal 2014 sulla penisola si assiste ad una sistematica persecuzione dei tartari di Crimea da parte delle autorità; la maggioranza non ha abbandonato la propria terra, ma si oppone all'annessione della Crimea da parte della Russia. E l'intervento delle organizzazioni umanitarie in difesa dei diritti umani è praticamente impossibile.

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