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Crocifisso Ligneo: "Non è di Michelangelo e vale 5-10mila euro"

Depositata una nuova perizia. In aprile a Rimini l'udienza sul ricorso contro la confisca

di Luca Salvatori
23 feb 2022

Non è sicuramente opera di Michelangelo Buonarroti e non vale milioni di euro come invece si ipotizzava 10 anni fa, quando il “Crocifisso Ligneo” venne rinvenuto nella cassetta di sicurezza dell'Euro Commercial Bank di Domagnano. Lo conferma anche la seconda perizia depositata ai primi di febbraio dall'esperto Luca Annibali, consulente del Gip di Rimini Benedetta Vitolo che deve decidere sul ricorso, contro la confisca, presentato da Angelo Boccardelli, erede della scultura e da Giorgio Hugo Balestrieri, intestatario della cassetta di sicurezza dove venne rinvenuta. Entrambi i ricorrenti sono rappresentati in giudizio dall'avvocato Francesco Ciabattoni. Secondo il perito l'oggetto, in legno di bosso, risale al secondo seicento o ai primi del settecento, quindi oltre un secolo dopo l'epoca di Michelangelo Buonarroti, e ha caratteristiche stilistiche influenzate dai quadri del pittore fiammingo Van Dick, così come altri crocifissi barocchi.

In definitiva, per Annibali, l'opera presenta una “qualità non deplorevole ma in alcuni passaggi tutt'altro che entusiasmante” e il valore economico è stimabile tra i 5 e i 10mila euro. Il Gip, nell'incarico assegnato al perito, avevo chiesto di stabilire se il valore della scultura fosse superiore a 13.500 euro e anche se potesse essere definita un bene culturale, patrimonio della nazione. L'udienza dibattimentale è fissata per il 5 aprile. Solo allora si potrà sapere se Boccardelli, in quanto erede designato della scultura, lasciatagli dal Conte Enrico Maria Ugolini, potrà entrare in possesso del Cristo Ligneo o se invece rimarrà in confisca, con altri strascichi giudiziari. Nel frattempo l'opera resta a San Marino dove è custodita nel caveau della Banca Centrale.





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