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Csu: "Si stabilizzino i precari PA", e chiede l'adeguamento delle retribuzioni

di Monica Fabbri
8 giu 2022

La Csu chiede a gran voce la stabilizzazione dei precari Pa. Tema al centro dei direttivi delle Federazioni Pubblico Impiego, mentre prosegue il confronto con il Governo. I sindacati spingono affinché si arrivi rapidamente ad un accordo, diretta conseguenza di ciò che fu fatto nel 2020 per il personale ISS. All'attenzione non solo i precari ma anche il rinnovo del contratto della pubblica amministrazione, dove finalmente – sottolineano le due Federazioni - si estende a tutti i dipendenti pubblici, compresi i Docenti, un meccanismo di salvaguardia, per evitare nuovo precariato.

Il Segretario agli Interni ha illustrato recentemente le novità della macchina pubblica, con la Csu che ricorda come l’Amministrazione si sia assunta l’obbligo di emettere bandi di concorso per le posizioni ricoperte da incarichi previste dal Fabbisogno; in assenza dei quali il dipendente viene assunto a tempo indeterminato dopo tre anni di servizio. Altro elemento qualificante – scrive - è che per le posizioni fino al terzo grado, una volta definita la stabilizzazione, il meccanismo di assunzione su posizione vacante si attua dopo un periodo di prova di sei mesi.

CSdL e CDLS si assumono l’impegno con il Governo di definire il nuovo regime normativo e retributivo previsto dalla Legge di Riforma della PA, prevedendo nuovi istituti e riformando la composizione delle retribuzioni. Percorso che, sottolineano, non deve creare trattamenti diversi fra dipendenti che svolgono le stesse attività, riducendo gli effetti oggi più penalizzanti per i giovani a inizio carriera, costretti ad un lungo precariato. Capitolo retribuzioni, si chiede di affrontare, dopo anni, la questione dell'adeguamento, per far fronte ad un costante e progressivo calo del potere d’acquisto.





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