Dalla Libia alla stretta sulla sicurezza a Roma: in Italia è massima allerta sul fronte terrorismo

Mentre l'Europa, ed in particolare la Grecia, manifestano preoccupazioni per la minaccia turca di non applicare l'accordo con l'Unione sui rifugiati, in Italia si susseguono le reazioni all'intervista rilasciata dal Presidente Erdogan a Rai News 24. "Operiamo con serenità e impegno ed andiamo avanti nella nostra attività". Così il procuratore aggiunto di Bologna, Massimiliano Serpi, a proposito dell'inchiesta su Bilal Erdogan, figlio del leader turco, accusato di riciclaggio di denaro. Intanto in Libia proseguono i bombardamenti americani contro la roccaforte dell'Isis a Sirte: distrutti blindati e depositi di armi dei jihadisti, ma il parlamento di Tobruk – contrario all'intervento - ha già convocato l'ambasciatore Usa in Libia “per un chiarimento sui raid e le violazioni aeree senza permesso" sulla città. Da parte sua, il Governo italiano si dice pronto a valutare positivamente un'eventuale richiesta di uso delle basi e dello spazio aereo. Lo ha detto il ministro della Difesa Pinotti alla Camera, aggiungendo che l'operazione aerea americana in Libia contro l'Isis “non ha finora interessato l'Italia né logisticamente, né per il sorvolo del territorio nazionale”. Se però a Sirte gli uomini fedeli al Califfato stanno cedendo terreno, in altre zone del Paese è sempre il caos. Uccisi a Bengasi in un attacco suicida con autobomba almeno 28 soldati del generale Haftar, anti-jihadisti ma legati a Tobruk, ferendone altri 70. Nel frattempo a Roma giro di vite sulla sicurezza dopo che il gruppo terrorista Wilayat Sayna del Sinai legato all'Isis ha diffuso un video in cui minaccia di colpire Israele e conquistare la capitale italiana: il questore di Roma ha emesso un'ordinanza che prevede una zona di massima sicurezza attorno al Colosseo e controlli estesi dall'area di San Pietro anche ai Bastioni di Michelangelo. Sotto osservazione le manifestazioni estive nella Capitale e i centri commerciali. A Varese arrestato in giornata un siriano di 23 anni per associazione e arruolamento con finalità di terrorismo. Pianificava di partire per la Siria e unirsi al gruppo salafita Al-Nusra. Tra gli indagati anche tre imam genovesi.

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